Pensionati, a settembre potrebbero avere notizie sgradite. Vediamo che cosa sta succedendo in queste ultime ore.
Uno dei sistemi più efficaci per avere una certezza sulla rata in arrivo della pensione si con la consultazione del Fascicolo previdenziale del cittadino. Si tratta di un servizio apposito, messo a disposizione dall’INPS sul sito ufficiale, per riporta tutta una serie di preziose informazioni per il cittadini, riguardanti le prestazioni in corso o già ricevute.
L’accesso a questo prezioso strumento avviene mediante credenziali SPID, CIE e CNS, si accede poi al servizio e se ne utilizzano le funzioni. Con il Fascicolo previdenziale del cittadino è possibile consultare, scaricare e stampare informazioni e dati riguardanti la propria posizione contributiva, le certificazioni sanitarie e la corrispondenza inviata dall’INPS stesso. Naturalmente si possono conoscere importanti elementi sulla prestazione previdenziale che si riceve.
Proprio consultando il Fascicolo e confrontando le informazioni che contiene con le rate in arrivo in queste ore, sta emergendo che per molti pensionati settembre porta delle notizie poco rassicuranti. Infatti per molti gli importi dei trattamenti del mese in corso saranno più bassi del solito.
L’INPS aveva anticipato la notizia fin dal mese di agosto con un messaggio del giorno 19 e in queste ore la notizia trova conferma. Le casistiche per queste riduzioni sono diverse. Vediamo insieme le principali, così da fornire le prime informazioni e ricordando che i dettagli possono essere consultati anche sul cedolino della pensione, disponibile sul sito INPS.
I pensionati che hanno presentato la dichiarazione dei redditi e hanno indicato l’Istituto di previdenza sociale come sostituto d’imposta sono in attesa dei rimborsi IRPEF. Naturalmente ciò avviene se il conguagli ha dato un risultato a credito. A settembre il conguaglio a credito viene versato soltanto se la presentazione della dichiarazione dei redditi è avvenuta entro il 30 giugno 2024. Altrimenti occorrerà attendere le rate mensili successive.
Bisogna poi considerare che anche nel caso in cui il conguaglio a credito sia di importo superiore ai 4mila euro, i tempi di attesa si dilatano, secondo le indicazioni fornite dall’INPS. Altro caso da ricordare la trattenuta del 5%. Si tratta di un taglio della prestazione del mese di agosto e settembre, che coinvolge le pensioni legate in parte o del tutto al reddito (pensione ai superstiti, integrazione al trattamento minimo, maggiorazione sociale, eccetera).
L’INPS ha spedito una raccomandata ad alcuni titolari di questi trattamenti, chiedendo l’invio dei dati reddituali relativi all’anno 2020. Chi non provvede nei tempi indicati, rischia la decurtazione del 5% della rata pensionistica di settembre. Infine altra caso abbastanza comune indicato riguarda le trattenute IRPEF 2023 (ordinarie, regionali e comunali).
Sulla rate da gennaio a novembre possono essere applicate ritenute riferite ai conguagli dell’anno precedente, se il debito non è stato saldato tra gennaio e febbraio 2024, per incapienza del pensionato.
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