Napoli, protesta per i prezzi del mare: andarci sta diventando impossibile

Andare in spiaggia a Napoli si trasforma in un’odissea tra costi elevati e accessibilità limitata, una situazione che solleva interrogativi sulla gestione delle concessioni balneari e sul ruolo dei privati nella fruizione del litorale.

La questione delle concessioni balneari a Napoli evidenzia un contrasto marcato tra i canoni di affitto pagati dai gestori dei lidi e i prezzi richiesti ai bagnanti.

Rischi mare
Protesta per il mare (Napoli.CityRumors.it)

Mentre le entrate per le casse pubbliche risultano esigue, i costi per accedere alle spiagge private sono in netto rialzo. Per esempio, il Bagno Elena paga solo 25 mila euro all’anno per una vasta area di spiaggia, ma chiede fino a 40 euro per due lettini e un ombrellone. Questo divario alimenta il dibattito sulla correttezza della gestione attuale delle concessioni demaniali marittime.

Prezzi folli mare

Napoli conta 28 concessioni balneari lungo la sua costa, con tariffe che variano notevolmente. Solo due superano i 50 mila euro annui, mentre la maggior parte si attesta su cifre ben inferiori. Questo scenario pone l’accento sull’esigenza di una revisione del sistema di assegnazione e rinnovo delle concessioni, al fine di garantire una maggiore equità economica e un accesso più democratico alle spiagge.

prezzi folli al mare
Mare prezzi folli (Napoli.CityRumors.it)

L’introduzione del numero chiuso sulle spiagge libere rappresenta un ulteriore ostacolo all’accessibilità del mare da parte dei cittadini. La decisione di affidare ai gestori dei lidi privati la prenotazione degli accessi solleva dubbi sulla loro imparzialità nella promozione dell’accesso libero al mare rispetto alla propria attività commerciale. Le restrizioni imposte hanno suscitato reazioni negative da parte della comunità locale, portando anche a ricorsi legali contro questa pratica.

La situazione delle concessionI balnearI a Napoli riflette problematiche più ampie legate alla gestione degli spazi pubblicI marittimi in Italia. La sfida rimane quella di trovare un equilibrio tra gli interessI commercialI dei privati e il diritto dei cittadini ad accedere liberamente alle bellezze naturalI del proprio paese, nel rispetto della legge e dell’ambiente.

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