Potrebbero arrivare delle modifiche per l’Assegno unico nei prossimi mesi: intanto, il Governo smentisce l’abolizione.
Da qualche anno è stato introdotto in Italia l’Assegno unico universale, una misura che ha sostituito le precedenti forme di supporto economico e destinata alle famiglie con figli a carico sino ai 21 anni di età e senza limiti di età per i figli disabili.
In questi giorni, dopo alcune indiscrezioni circolate, si è parlato di possibili modifiche al sostegno o addirittura di un taglio definitivo. Voci che sono state subito smentite dal Governo, anche attraverso i social dalla premier Giorgia Meloni che ha voluto rassicurare i beneficiari. La misura, dunque, rimarrà in vigore, ma eventuali rimodulazioni non sono del tutto escluse.
Assegno unico, il Governo smentisce il taglio della misura
Ogni anno più di 6 milioni di famiglie in Italia stanno usufruendo dell’Assegno unico universale, una misura che al momento vale circa 20 miliardi all’anno. Questo sostegno è destinato alle famiglie con figli a carico, sino al compimento del 21esimo anno di età e senza limiti di età per i figli disabili. L’importo mensile dell’Assegno per ogni figlio può variare in base all’Isee, all’età dei figli e al numero dei componenti del nucleo familiare.
Nelle ultime settimane, dopo alcune indiscrezioni riportate dal quotidiano Repubblica, si è parlato di un possibile taglio della misura o di eventuali modifiche in vista della prossima Legge di Bilancio. L’addio alla misura, però, è stato categoricamente smentito dalla premier Giorgia Meloni che, insieme al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ha parlato in un video pubblicato sui social network. La leader di Fdi ha, difatti, ribadito come il Governo in questi anni si sia impegnato per aumentare l’importo dell’Auu.
Potrebbero, però esserci alcuni cambiamenti per la misura destinata alle famiglie, ipotesi che devono ancora essere confermate.
Quali modifiche potrebbe subire
Per quanto riguarda le modifiche, il Governo potrebbe decidere di rivedere il requisito di avere la residenza in Italia da almeno due anni, aspetto per cui era stata aperta dall’Unione europea una procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese. Un altro punto su cui potrebbe intervenire il Governo è quello relativo alla cumulabilità con l’Isee: ricevendo l’assegno, per le famiglie aumenta l’Isee e si perdono alcuni aiuti importanti, circostanza che danneggia i nuclei con più figli.
Si ipotizza anche un taglio per la misura base, ossia quella destinata alle famiglie con un Isee oltre i 45mila euro, così da destinare queste risorse ai nuclei più numerosi o con redditi più bassi. Infine, non si escludono un aumento degli importi per le famiglie con più figli e la possibilità che la misura venga estesa sino ai 26 anni per i figli in formazione accademica o professionale. Come detto, però, si tratta solo di ipotesi, per le conferme bisognerà attendere.