Se hai questi debiti non preoccuparti: non passeranno ai tuoi figli

I genitori che hanno accumulato debiti temono che questi possano ricadere sui figli quando non ci saranno più. Ecco cosa prevede la legge.

Avere debiti non piace a nessuno, come sa bene chi ha vissuto questa sensazione almeno una volta nella vita. C’è chi infatti è talmente emotivo da non riuscire a prendere sonno con continuità anche se si tratta di una piccola cifra da restituire e si ha un lavoro sicuro che può fare da garanzia. Questo stato d’animo può trasformarsi in paura se non si è più giovanissimi e si ha il timore che questi possano ricadere sui figli, che potrebbero avere già loro spese da sostenere, come accade ad esempio quando si deve mettere da parte qualcosa ogni mese per mutuo o affitto.

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Avere debiti crea non poca preoccupazione – Foto | Napoli.cityrumors.it

È inevitabile quindi muoversi in anticipo e cercare di capire cosa può accadere dopo la morte, in modo tale da non farsi trovare impreparati ed evitare di mettere in difficoltà i propri eredi. A riguardo la legge parla chiaro, è bene conoscere la normativa in vigore per sapere come muoversi.

I figli devono pagare i debiti dei genitori? Forse no

L’idea di avere debiti da saldare genera non poca ansia, ma questa diventa più forte se si teme che quello che non si riesce a pagare personalmente sia destinato a ricadere sui figli. Alcuni di questi si estinguono in concomitanza con la morte del titolare, altri sopravvivono e vengono trasferiti agli eredi del defunto. In quest’ultimo caso ci sono dei comportamenti che possono essere provvidenziali da parte dei figli se davvero vogliono evitare di ritrovarsi a dover saldare anche gli importi legati ai genitori.

Secondo quanto stabilito dal Codice Civile, infatti, gli eredi diventano responsabili dei crediti e dei debiti del defunto solo dopo aver accettato l’eredità. Sono quindi loro a dover decidere se accettarla o meno.

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È possibile scegliere se accettare o meno l’eredità – Foto | Napoli.cityrumors.it

Le opzioni disponibili sono tre:

  • accettazione, si accetta l’eredità così com’è, debiti eventuali compresi;
  • accettazione con beneficio di inventario, i patrimoni del defunto e dell’erede sono mantenuti separati, limitando così i rischi di ereditare debiti superiori all’attivo. Qualora i debiti dovessero superare il valore dell’eredità, l’erede restituire solo il valore dell’eredità, senza intaccare il proprio patrimonio personale;
  • rinuncia all’eredità: se si dovesse scoprire che i debiti superano i vantaggi previsti dall’eredità, ogni erede ha la facoltà di scegliere di rinunciare, attraverso un atto scritto con un notaio o del cancelliere del Tribunale competente di riferimento. Attenzione, però, è bene muoversi entro tre mesi dal decesso.

Non tutti i debiti vengono però trasmessi agli eredi, è bene sapere di quali si tratta. Il riferimento è a:

  • sanzioni fiscali e amministrative: le multe e le sanzioni fiscali.
  • Debiti da gioco e scommesse: le obbligazioni legate a giochi e scommesse, note come obbligazioni naturali, non sono trasferibili agli eredi.
  • Obbligazioni di alimenti: gli obblighi di fornire sostentamento all’ex coniuge, ai figli, ai donatori o ai parenti non vengono ereditati.
  • Obbligazioni pratiche: gli obblighi con enti come INAIL e INPS, oltre alle imposte dovute all’Agenzia delle Entrate, al Comune, alla Provincia e alla Regione, non vengono trasferiti agli eredi. Nonostante gli eredi debbano comunque adempiere ai pagamenti fiscali, le sanzioni non vengono ereditate.
  • Insolvenze prescritte: se un creditore non ha presentato una richiesta formale di pagamento entro un certo periodo, il debito potrebbe essere caduto in prescrizione. È bene comunque che ogni eredi verifichi bene i tempi, questi infatti possono variare a seconda dei casi.

Ogni dubbio in merito alla presenza di debiti da saldare dovrebbe essere quindi verificato, così da evitare di andare incontro a brutte sorprese. È possibile farlo attraverso la sezione Riscossione dell’Agenzia delle Entrate tramite email o recandosi personalmente presso la sede più vicina, dove si può chiedere un estratto conto di ruolo.

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