Hai l’abitudine di prelevare spesso contanti al Bancomat? Attenzione: è in arrivo una stangata senza precedenti. Vediamo nei dettagli.
Dalla pandemia di Covid in avanti, sempre più persone hanno preso l’abitudine di pagare solo con carte di credito o bancomat o altre forme di pagamento elettronico tipo Satispay. Infatti le banconote, passando di mano in mano continuamente, possono essere un veicolo di trasmissione di germi e batteri.
Alcuni esercizi commerciali, addirittura, non accettano più pagamenti con denaro contante e, sicuramente, per usufruire di bonus e agevolazioni sotto forma di detrazione fiscale in seguito ad acquisti, nessuno può mai farsi venire in mente di pagare in contanti.
Eppure sono ancora tante le persone che, per un motivo o per un altro, preferiscono i cari vecchi soldi contanti e, dunque, effettuano spesso prelievi al Bancomat. Tutto questo, tuttavia, ha delle ripercussioni negative. Infatti, nella maggior parte dei casi, a meno di non prelevare sempre e solo dal Bancomat della propria banca, si deve pagare una commissione.
Inoltre girare con i contanti in borsa non è molto sicuro: se la Carta di credito o il Bancomat ci vengono rubati possiamo bloccarli ma se ci vengono rubati i contanti, sono soldi persi per sempre. Se anche tu hai ancora l’abitudine di prelevare spesso contanti sappi che è in arrivo una stangata tremenda: una mazzata senza precedenti.
Prelievi dal Bancomat: ecco cosa cambierà
Bruttissima stangata per chi è abituato ad effettuare spesso prelievi dal proprio conto corrente. Da oggi il nostro conto corrente diventa una sorta di “alleato” del Fisco e può svelare molto su di noi e, soprattutto, su nostri presunti redditi. Dopo quello che ti diremo ci penserai due volte prima di continuare a prelevare denaro dal Bancomat.
La lotta all’evasione fiscale diventa sempre più dura. Le casse dello Stato piangono da tempo e una delle ragioni principali è proprio l’elevata percentuale di evasione nel nostro Paese. Dunque i controlli s’intensificano e prendono anche direzioni inaspettate come quella della “presunzione bancaria”.
Due sentenze della Corte di Cassazione dello scorso 30 luglio hanno ribadito che la presunzione bancaria – cioè quanto si presume che un professionista in realtà guadagni – può incidere a tutti gli effetti sulle tasse da pagare. In pratica l’effettivo reddito di una persona può essere dedotto anche dalla quantità di versamenti e di prelievi che fa.
Questo, tuttavia, non riguarda tutti ma solo i liberi professionisti i quali non hanno le tasse trattenute alla fonte. Pertanto, da ora in poi, aziende e liberi professionisti devono fare molta attenzione a versamenti e prelievi che potrebbero essere tassati in quanto incidono sul reddito complessivo.
In pratica tutti i prelievi che non risultano registrati nei libri contabili e che non sono associati a nessun beneficiario possono essere utilizzati dall’amministrazione tributaria per dimostrare che le scritture contabili stesse devono essere ritenute inattendibili: i soldi prelevati possono essere stati, infatti, utilizzati per acquisti legati alla produzione di altro reddito non dichiarato.