In un episodio di violenza che scuote la comunità di Pompei, un tredicenne è stato ferito da un coetaneo al culmine di una lite nata, secondo le prime ricostruzioni, per questioni sentimentali legate a una ragazza.
L’aggressione è avvenuta all’interno di una scuola della città campana, luogo che dovrebbe essere sinonimo di sicurezza e apprendimento per i giovani studenti.
Il diverbio tra i due adolescenti ha preso una piega tragica quando uno dei due ha estratto un’arma bianca, colpendo l’altro alla schiena. Fortunatamente, nonostante la gravità dell’accaduto, la vittima è stata prontamente soccorsa e le sue condizioni non sono giudicate in pericolo di vita.
L’aggressore è stato fermato poco dopo l’accaduto: denunciato dalla polizia per lesioni personali, il giovane è stato successivamente riaffidato ai genitori. Emergono dettagli preoccupanti sulla sua condizione psichiatrica che potrebbero aver influito sul gesto compiuto.
Pompei accoltellato per una ragazza
Le autorità stanno ora cercando di ricostruire con esattezza la dinamica degli eventi e comprendere se vi siano stati precedenti episodi di tensione tra i due ragazzi o minacce veicolate attraverso i social network. Le telecamere installate nella zona potrebbero fornire elementi utili a fare luce sull’esatta sequenza dei fatti e sulla premeditazione o meno dell’aggressione.
Don Ivan Licinio, responsabile della Pastorale giovanile della Prelatura di Pompei e vice rettore del Santuario cittadino, ha espresso profonda preoccupazione per l’accaduto, inserendolo in un contesto più ampio di malessere giovanile esacerbato dalle conseguenze psicosociali della pandemia. Secondo don Licinio, il crescente fenomeno della violenza tra giovani richiede risposte immediate e coordinate da parte delle varie agenzie educative: scuole, famiglie, associazioni religiose e sportive devono collaborare attivamente nel promuovere modelli positivi e nel garantire spazi di dialogo autentico tra generazioni.
L’appello lanciato dal vice rettore del Santuario va oltre la mera condanna dell’accaduto; si tratta piuttosto di un invito a riflettere sull’importanza dell'”accompagnamento umano e spirituale” dei giovani in questa fase delicata del loro sviluppo. La necessità urgente è quella di offrire alternative valide ai modelli spesso distorti veicolati dai social media: solo così sarà possibile ristabilire quel dialogo intergenerazionale fondamentale per una crescita armoniosa ed equilibrata dei ragazzi.
Questo tragico evento riporta dunque all’attenzione pubblica tematiche cruciali quali il bullismo scolastico, l’impatto dei social network sul comportamento giovanile e l’esigenza impellente di politiche educative inclusive ed efficaci capacI realmente di contrastare il fenomeno della violenza tra adolescenti nelle nostre comunità.