Moglie o marito, a chi spetta pagare l’IMU in caso di divorzio

È bene sapere chi debba prendersi l’onere tra moglie o marito di pagare l’IMU in caso di divorzio: la legge elimina ogni dubbio a riguardo.

La regolazione dei rapporti tra due coniugi può non essere sempre così semplice, specialmente quando ci sono interessi economici da tutelare. La situazione non può che peggiorare quando si decide di prendere strade diverse, a volte nessuno dei due vuole indietreggiare dalle rispettive posizioni convinto che questa possa essere un’occasione per ottenere una rivalsa. al punto tale da continuare ad agire in questo modo fino al momento del divorzio.

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Chi paga IMU in caso di divorzio – Napoli.cityrumors.it

In casi simili non può che essere determinante farsi seguire da un legale di cui si ha piena fiducia, così da ottenere consigli utili ogni volta che si ha un dubbio su come agire. Questo è valido sempre, a maggior ragione quando si deve stabilire come muoversi in riferimento a una delle tasse più odiate, l’IMU. È compito della moglie o del marito versarie l’importo richiesto?

Chi paga l’IMU dopo il divorzio?

Quando si decide di separarsi è indispensabile arrivare a un accordo economico tra le parti che possa soddisfare entrambi. Non sempre questo può essere possibile, per questo in alcuni casi può essere necessario risolversi al Tribunale e a un giudice che prenderà la decisione finale, cercando di non danneggiare troppo uno dei due coniugi, per quanto sia possibile in una situazione simile.

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Sapere chi debba pagare le tasse tra ex è importante – Foto | Napoli.cityrumors.it

Solo uno dei due evidentemente resta a vivere in quella che era la casa coniugale, in genere la moglie, soprattutto se ci sono dei figli in comune e si desidera non dare troppi disagi a loro. A volte questo può accadere anche se il proprietario risulta essere il marito, è bene saperlo. È bene quindi sapere chi debba prendersi carico del pagamento dell’IMU, ovvero l’Imposta Municipale Propria: ogni dubbio a riguardo può essere risolto facendo riferimento a un concetto importante, quello di “abitazione principale”, di cui parla la normativa in vigore. Con questo termine si definisce il luogo in cui una persona ha la residenza abituale e permanente.

Ormai da qualche anno ci si può considerare esenti dalla tassa per l’abitazione principale, solo chi ha una seconda casa dovrà versare l’importo previsto. Un’altra eccezione riguarda una proprietà considerata come di lusso, ovvero di categoria catastale A/1, A/8 o A/9. Queste sono le situazioni in cui l’IMU è dovuta, ma è possibile usufruire di un’aliquota ridotta, oltre che di una detrazione di 200 euro.

Quando i due coniugi hanno preso strade differenti viene considerata come abitazione principale la “casa familiare assegnata al genitore affidatario dei figli a seguito di un provvedimento giudiziario. Il riferimento è quindi all’abitazione in cui vive il coniuge affidatario. A doversi fare carico dell’imposta è quindi il coniuge a cui sono stati affidati i figli, anche se il proprietario effettivo dell’immobile è l’altro/a. Per le abitazioni non di lusso è possibile comunque far valere l’esenzione.

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