L’evento di portata internazionale, che riunirà i massimi esperti del settore provenienti da ogni angolo del globo, proverà a dare una risposta alla contrapposizione tutta italiana
La mozzarella è un alimento tipico del bacino del Mediterraneo e fa parte della nostra dieta ormai da secoli. Originariamente veniva prodotta a partire dal latte di bufala, nel corso degli anni, però, sono state create diverse varianti tra cui quella più utilizzata fatta con il latte vaccino.
Il “First International Conference on Buffalo Mozzarella and Milk Products”, il primo congresso internazionale sulla mozzarella di bufala campana Dop, si tiene in questi giorni a Napoli presso l’Università “Federico II”, in concomitanza con il ricco programma celebrativo per gli 800 anni dell’ateneo. Un evento di portata mondiale con rappresentanti che giungeranno nel capoluogo campano da tutte le parti del mondo.
L’eterno dilemma
Partiamo da un incipit preciso: la mozzarella è un prodotto tipico italiano e per questo riconosciuto in tutto il mondo. Nel nostro paese infatti si produce una sola mozzarella di latte vaccino Dop, la nuova Mozzarella di Gioia del Colle, che ha ottenuto la denominazione d’origine nel 2020. Poi c’è il Fior di latte di Agerola, classificata come prodotto agroalimentare tradizionale della regione Campania e infine la Mozzarella Specialità tradizionale garantita. A queste ovviamente si aggiunge l’unica mozzarella Dop di bufala: la Mozzarella di bufala campana. Tre prodotti tipici della nostra cultura culinaria, che da sempre fanno parte della dieta mediterranea e che incontrano l’incontrastato favore dei palati di tutti gli stranieri in visita nel Bel Pese, ma che invece dividono profondamente quello degli italiani. Meglio la classica mozzarella tradizionale o quella dal sapore più intenso di bufala?
Un convegno ad hoc
Ecco perchè proprio in questi giorni a Napoli, presso l’Università Federico II, si sta tenendo il primo convegno internazionale sulla Mozzarella di Bufala e i Latticini, una due giorni di studi all’insegna dell’innovazione senza però dimenticare la tradizione della produzione nostrana. Sei sessioni di lavoro, 30 relatori, 9 ospiti stranieri provenienti da 5 continenti, India, Stati Uniti, Europa, Australia, Nuova Zelanda e Brasile, in rappresentanza del gotha del settore lattiero-caseario mondiale, 30 progetti di ricerca, per scoprire tutti i segreti di un prodotto invidiato da tutto il mondo. Tra i temi che saranno trattati, ci sono le più recenti scoperte e i risultati più rilevanti raggiunti dal comparto della mozzarella di bufala campana dop a livello internazionale. Un formaggio che può essere fatto solamente con latte fresco intero di bufale di razza mediterranea italiana allevate in un’area che comprende per il 90% le provincie di Caserta e Salerno, a cui si aggiunge una piccola quota dal basso Lazio (provincie di Latina, Frosinone e Roma), dalla Puglia (Foggia) e il comune di Venafro, nel Molise. La popolazione mondiale bufalina è di circa 200 milioni di capi, concentrati soprattutto in Asia e Sud America, in Italia sono appena 431mila le bufale allevate, ma soltanto da noi si è sviluppato un modello di filiera economica che non ha eguali, come il prodotto che arriva poi sulle nostre tavole.