Un uomo è stato ucciso da un suo parente a colpi di pistola in strada, davanti al figlio di 11 anni: arrestato a Milano l’assassino
La polizia ha arrestato quello che dovrebbe essere il presunto killer di Luigi Procopio, un uomo di 45 anni ucciso a colpi di pistola davanti al figlio di 11 anni lo scorso 30 settembre, in vico VII Duchesca, tra la zona della Duchesca e piazza Garibaldi, nel centro di Napoli. L’evento, stando alle ricostruzioni, sarebbe avvenuto intorno alle 17.00, il decesso è avvenuto poco dopo non lasciando tempo e modo ai sanitari di intervenire. Il suo legame con il clan Mazzarella e le modalità hanno aperto la strada all’ipotesi di un caso legato a un omicidio mafioso, decaduta però nelle ore seguenti.
Procopio, d’altronde, non era un volto nuovo alle forze dell’ordine. Già nel 2022 era stato al centro di un agguato, quando spararono contro la sua auto mentre si trovata lungo via Foria, all’altezza dell’Orto Botanico di Napoli. Un tentativo che non andò a buon fine, ma che fu un segnale per lui e la sua famiglia. Inoltre, la vittima era già stata protagonista di alcuni precedenti per truffa, reati contro il patrimonio e stalking. Questa volta, però, le cose sono andate diversamente. Secondo i risultati delle indagini, l’uomo sarebbe stato seguito a piedi e una volta nel mirino sarebbero partiti sei o sette colpi. Il panico scatenato dagli spari ha favorito anche la fuga dell’assassino.
L’arresto dell’assassino
Dopo l’omicidio sono intervenute le pattuglie dell’Ufficio Prevenzione Generale della Questura. Gli investigatori hanno preso al vaglio tutte le telecamere di sicurezza, nella speranza di individuare l’assassino di Procopio. Solo a distanza di cinque giorni sarebbero emersi i primi risultati concreti. A esser stato arrestato nelle scorse ore a Milano è Antonio Amoroso, parente acquisito della vittima. Nipote della moglie, non risulta essere legato alla camorra, nonostante la vicinanza tra la sua famiglia e il clan dei Mazzarella, insediato a Forcella. Dietro l’assassinio ci sarebbe in realtà un movente economico.
Procopio sarebbe stato ucciso per un debito di 5.000 euro con Amoroso mai saldato. L’origine di questo debito non è nota, al contrario delle conseguenze. Gli investigatori della Squadra Mobile di Napoli con a capo Giovanni Leuci e con l’ausilio della Mobile di Milano e il supporto tecnico del Servizio Centrale Operativo sono riusciti a rintracciarlo nel capoluogo lombardo. Amoroso era fuggito da Napoli subito dopo aver ucciso Procopio, ma la sua fuga ha avuto breve durata e scarso esito. Le ricerche supportate dalla squadra antimafia hanno portato alla sua individuazione e al suo arresto nella città del Duomo.