Clamoroso quanto successo in un ospedale: le sbagliano la cura e ha rischiato la vita per otto giorni. Alla donna sono state amputate anche due dita
È andata in ospedale per guarire da un problema di salute, ma le sbagliano cura e per diversi giorni ha dovuto lottare tra la vita e la morte. Una storia incredibile e avvenuta in un nosocomio campano. A rendere noto il tutto è stato l’avvocato della donna in una nota al termine di un lungo procedimento giudiziario.
La paziente, che si è vista amputare anche due dita a causa di questo errore medico, ha deciso di andare fino in fondo per ottenere un risarcimento giudiziario. Alla fine, come precisato dal suo legale, la donna è riuscita ad ottenere circa 80mila euro dall’Asl di Caserta. “Eravamo certi di questa sentenza – spiega l’avvocato Palermo, citato dall’Ansa – il nostro team si avvale di medici di profilo universitario e la nostra tesi è stata accolta dal tribunale di Napoli“.
Si presenta in ospedale e le sbagliano cura: cosa è successo
Il clamoroso errore risale all’ormai lontano 2018. La paziente è una giovane donna che a quei tempi aveva 21 anni. Come si legge nella nota, la ragazza si era presentata all’ospedale di Aversa con febbre altissima, dolori e mancamenti oltre che lividi sui gomiti e le braccia. Una situazione assolutamente grave, ma che dai medici è stata sottovalutata.
Cinque ore di attesa al Pronto Soccorso prima di fare le analisi. Alla fine il personale sanitario si rese conto di avere davanti una infezione importante e non una vasculite. Così il padre della giovane ha deciso di portarla al Cardarelli dove hanno individuato subito la meningite. “Mi hanno amputato il mignolo della mano sinistra e il medio della destra e non ho più molti tessuti delle gambe oltre ad aver trascorso otto giorni in terapia intensiva. La mia vita è cambiata per sempre e io non sarò più la stessa“, ha precisato Maria nel comunicato.
La sentenza
Un errore che ha segnato per sempre la vita della giovane. Ora, però, una parziale vittoria è arrivata. Il tribunale di Napoli ha riconosciuto l’errore e condannato l’ASL di Caserta a un risarcimento di 80mila euro per quanto successo.
Una cifra importante, ma che non permette a Maria di ritornare alla vita prima di quel tragico febbraio 2018. Ora la giovane 27 anni e ormai dai sei è senza due dita e tessuti nelle gambe.