In Campania si è registrato un altro caso di bullismo contro un ragazzo disabile, i numeri al riguardo sono tragici
Il bullismo è il più grande sintomo di slealtà della società di oggi. Significa abusare di un potere che si crede di avere, solo perché si approfitta delle difficoltà altrui. L’obiettivo è quello di colpire gli altri là dove è più facile far male, renderli inermi, piegarli davanti a una superiorità che si crede solo apparentemente di avere, almeno prima di guardarsi allo specchio e rendersi conto della propria piccolezza. Un discorso che si allarga a ogni fascia d’età, a ogni genere di persona. Il bullismo non è solo quel male che si vive nelle scuole, è nella vita di tutti giorni e ragazzi di 13 anni che ne abusano non sono altro che una conseguenza di chi è più grande.
La responsabilità di educare e insegnare ai nostri figli quanto sia importante il rispetto verso gli altri, in alcuni casi si perde davanti alla necessità di mostrare quanto si è più bravi degli altri. Quanto le proprie forze sono in grado di inibire qualcuno, di chiuderlo ad angolo e continuare a martellare, senza che indietro torni nulla se non l’appagamento di aver fatto qualcosa, che poi alla fine non si sa neanche cosa, di tanto superiore.
Una riflessione necessaria per introdurre il tema centrale: quello del bullismo nelle scuole della Campania. In questo caso, però, non facciamo riferimento alla forma più classica, e comunque scorretta, ma addirittura a una peggiore, ancor più brutte e sleale. In particolar modo, si fa riferimento alle azioni di ragazzi tra i 12 e i 14 anni che si sono resi protagonisti di violenza fisica e verbale contro una loro coetaneo con disabilità, aggravata dall’utilizzo di smartphone. La vittima, oltre ad essere obbligata a pronunciare messaggi audio a sfondo sessuale è anche stata costretta a condividere, nel gruppo di messaggistica, sue immagini nudo.
Gli aggressori ora rischiano di essere colpiti da sanzioni amministrative. Oltre a loro anche gli adulti responsabili degli obblighi educativi. I minori sono stati affidati ai servizi sociali, mentre ad altri due ragazzi, di età superiore ai quattordici anni, è stata destinata un’ordinanza di applicazione di prescrizioni emessa dal Gip presso il Tribunale per i minorenni di Napoli. In tal senso, Paolo Colombo, garante dei diritti delle persone con disabilità della Regione Campania, ha spiegato che: “Il 38% degli alunni disabili sono oggetto di episodi di bullismo. Plauso alla Polizia, alla Questura e al Tribunale dei minori per il lavoro svolto. Occorre un patto educativo tra famiglie, scuola, società civile ed istituzioni”.
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