Il 25 novembre 2020 ci lasciava Diego Armando Maradona, il più grande di tutti per chiunque abbia avuto la fortuna di giocarci contro o vederlo da vicino
Una data che resterà per sempre scolpita nella mente e nel cuore di tutti gli appassionati di calcio. Ma soprattutto un giorno triste per il popolo partenopeo che, grazie a Diego Armando Maradona, ha vissuto un periodo indimenticabile con traguardi mai raggiunti prima, tra scudetti, Coppe europee e altri trofei. Diego resta un fatto di famiglia, una tradizione tramandata di padre in figlio, nata all’ombra delle domeniche al vecchio San Paolo o tra i vicoli dei Quartieri Spagnoli, ecco perchè il 25 novembre non sarà più una data come le altre all’ombra del Vesuvio.
Una processione che dura 365 giorni all’anno, ma che ha il suo giorno designato nell’anniversario della scomparsa. Ecco perchè, a quattro anni dalla morte del più grande giocatore della storia del calcio, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, l’allenatore Antonio Conte e il capitano Giovanni di Lorenzo sono stati nei Quartieri Spagnoli e a San Giovanni a Teduccio, portando fiori ai due grandi murales che raffigurano Diego Armando Maradona in città.
Il più grande di tutti
Con la vittoria sulla Roma firmata da Romelu Lukaku, il Napoli di Antonio Conte resta in testa al campionato respingendo l’assalto di Inter, Lazio, Atalanta e Fiorentina che, vincendo le rispettive gare, speravano in un passo falso della capolista per sorpassarla in classifica. Invece i partenopei, trascinati dall’entusiasmo dell’intero stadio, hanno conquistato quei tre punti che lasciano in vetta. Ma le gesta del Napoli di oggi non potranno far mai dimenticare a tutti i napoletani i fasti dell’epopea targata dal Pibe de Oro, Diego Armando Maradona.
Le gesta calcistiche le abbiamo imparate a memoria, le straordinarie doti che madre natura gli aveva donato lo hanno reso inarrivabile, ma forse soltanto oggi, a distanza di anni e vedendo l’infinito amore che ancora provoca in quelli che lo hanno vissuto negli anni d’oro o soltanto tramite i racconti di parenti e amici, può farci capire la grandezza del suo personaggio e quello che ha rappresentato per gli argentini in primis e poi per tutto il popolo napoletano. Ecco perchè il 25 novembre resterà per sempre una data speciale nel cuore dei tifosi napoletani tanto che oggi, a quattro anni dalla morte del Dies, in tanti hanno voluto rendere omaggio a quella che per molti resta la vera tomba di Maradona, il grande murales in via Emanuele De De nel cuore dei Quartieri Spagnoli.
Il Napoli calcio ha reso omaggio al più grande
Maradona da Napoli non si è mai allontanato. Le giocate, i gol, le vittorie di quel Napoli irripetibile restano ricordi vivi nei racconti della gente, nel cuore di tuti i tifosi partenopei, di chi lo ha visto giocare, di chi ha pianto prima di gioia poi di tristezza quando il sipario su quella splendida avventura si è chiusa per sempre. Figuriamoci se Napoli e i napoletani potevano mai accettare che il Pibe de Oro è addirittura venuto a mancare così presto. Ecco perchè oggi, a quattro anni dalla morte del “Dio del calcio”, l’intera città ha voluto rendere omaggio all’idolo incontrastato con un pellegrinaggio d’amore davanti a quei murales che lo hanno reso immortale.
E tra tutte queste persone c’era anche una trio davvero speciale, quello formato dal presidente attuale del Napoli calcio Aurelio De Laurentis, dell’allenatore Antonio Conte e dell’attuale capitano Giovanni Di Lorenzo. La delegazione si è recata, nelle prime ore della mattina, ai Quartieri Spagnoli e a San Giovanni a Teduccio, portando una corona di fiori davanti ai due grandi murales che raffigurano l’indimenticato campione argentino. I tre rappresentanti del Napoli sono rimasti alcuni minuti in silenzio a ricordare il Pibe de oro, attorniati da una piccola folla arrivata fin lì per salutare Diego.