I proprietari del Castello delle Cerimonie fatto scudo e non accettano la sentenza emessa nel corso di quest’anno
Chi guarda Real Time non può non conoscere ‘Il Castello delle Cerimonie‘, dimora in cui si sviluppa il reality ‘Il boss delle cerimonie’ e che corrisponde in realtà al Grand Hotel La Sonrisa, gestito dalla famiglia Polese. Una suntuosa villa caratterizzata da piccoli giardini intorno ai quali si innalzano decorate strutture di colore bianco e con tetti rossi, di cui l’ingresso è caratterizzato da un tappeto blu con vasi e piante che rendono ancora più elegante il cammino che porta ai tre archi che anticipano il patio. All’interno il bianco delle mura si alterna all’oro delle sfarzose decorazioni che danno l’aria di ricchezza e nobiltà.
Eppure, questo meraviglioso luogo rischia di chiudere per sempre. La Cassazione ha accertato il reato di lottizzazione abusiva, quindi di aver trasformato senza autorizzazione alcuni terreni in violazione delle normative urbanistiche vigenti. La sentenza prevede l’acquisizione al patrimonio comunale del complesso immobiliare di circa 44 mila metri quadri. Entro il 2024 la loro attività dovrebbe cessare definitivamente, ma dal Grand Hotel La Sonrisa fanno sapere che non hanno di queste preoccupazioni. Intervenuti ai microfoni del Fatto Quotidiano, infatti, i proprietari hanno spiegato di esser pronti ad andare avanti: “Abbiamo prenotazioni fino al 2026″ – dicono prima di aggiungere – “I giornalisti scrivono quello che vogliono. Ci sono delle cause in corso. Noi intanto continuiamo a stare aperti e a lavorare”.
Il programma andrà avanti
L’ultima puntata del reality è andata in scena il 22 novembre, nonostante la scomparsa del grande protagonista delle prime stagioni Don Antonio Polese – il boss delle cerimonie – nel 2016. Il problema del La Sonrisa rappresenta un evidente preoccupazione per la produzione che, però, ha già dichiarato di esser pronta ad andare avanti, indipendentemente da quello che sta accadendo. Il comune ha spiegato che gli abusi sono insanabili e le licenze per l’albergo e il ristorante non hanno più il presupposto di regolarità urbanistica.
Entro il 28 novembre i Polese effettueranno la controdeduzione, nella speranza di guadagnare altro tempo. Intanto, il loro avvocato, Vincenzo Maiello, ha preparato un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo. La speranza è quella di puntare sull’illegittimità della confisca, ma il rischio è che in campo continentale si vada fin troppo per le lunghe. Nel frattempo, le stanze continuano a ricevere prenotazioni con il sold-out fino a giovedì e qualche disponibilità per il venerdì per stanze che partono dai 121 euro a notte, con un leggero sconto per il 30 dicembre quando invece scenderanno a 103 euro.