Ancora una scossa nella notte, registrata intorno alle 5:33. Tanta paura, ma il primo cittadino assicura che la situazione è sotto controllo
Un’altra notte di scosse e vibrazioni incontrollate, un’altra notte di paura e incertezza. Fortunatamente, però, a parte lo spavento, non sembrano esserci state conseguenze. Alle 5:33 un terremoto di magnitudo 3.4 ha fatto vibrare non solo il terreno sotto i piedi, ma anche il cuore degli abitanti della zona.
Si parla ancora una volta dei Campi Flegrei, dell’area vulcanica tra Pozzuoli e Bagnoli. Si è trattato di un sisma breve ma intenso. Questo è stato percepito fino ai quartieri occidentali di Napoli, da Agnano a Fuorigrotta. Tra l’altro, il terremoto (registrato a solo un chilometro di profondità) è stato anticipato da un primo evento sismico di magnitudo 1.9, avvenuto alle 1:59.
Il sindaco di Pozzuoli, Gigi Manzoni, si è subito attivato per verificare l’entità dei danni e rassicurare i cittadini. “Non ci sono persone per strada – ha detto ad Adnkronos – come confermato dalla Polizia Municipale e dai volontari della Protezione Civile. Ho monitorato l’evento insieme al direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv, che mi ha ribadito la normalità del fenomeno”.
Poi ha sottolineato la necessità di mantenere alta l’attenzione: “Il fenomeno sismico non si è fermato, anche se si è attenuato. Continuiamo a seguire i protocolli previsti dai decreti legge, mettendo in campo tutte le misure necessarie per la sicurezza del territorio”.
L’area dei Campi Flegrei, una delle caldere vulcaniche più estese e monitorate al mondo, vive una fase di particolare instabilità. Negli ultimi mesi, la frequenza dei fenomeni sismici ha ricordato ai residenti la vulnerabilità di un territorio unico ma complesso.
L’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv mantiene costantemente sotto controllo l’attività del suolo, che oscilla tra il sollevamento e l’abbassamento tipico del bradisismo. Gli esperti ribadiscono che i terremoti registrati rientrano nell’ordinaria attività vulcanica, senza segnali di un’imminente crisi eruttiva. Ma ogni scossa è un promemoria di quanto sia sottile il confine tra normalità e emergenza in una zona così densamente abitata.
Per chi abita tra Pozzuoli e i quartieri occidentali di Napoli, convivere con il rischio sismico è parte della quotidianità. Tuttavia, ogni vibrazione del suolo riporta alla memoria eventi drammatici, come l’evacuazione degli anni ’80, lasciando una sensazione di precarietà.
Questa mattina si è aperta senza segnalazioni di danni o feriti, ma con l’ennesima sensazione di incertezza per una comunità che sa di vivere sopra un gigante addormentato.
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