Finalmente un giro di vite contro le truffe all’assicurazione: persone arrestate e indagine a macchia d’olio
Una maxi operazione contro le truffe alle assicurazioni ha portato a un bilancio significativo: 23 persone raggiunte da misure cautelari, di cui 22 agli arresti domiciliari e una con obbligo di firma.
Tra gli indagati figurano medici, avvocati, falsi testimoni e procacciatori d’affari, tutti coinvolti in un sistema criminale che ha orchestrato falsi incidenti stradali per un giro d’affari stimato in quattro milioni di euro. Il tutto su un totale di 504 indagati, secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere e condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Aversa e del NAS di Napoli.
Le indagini, iniziate nel 2019, hanno svelato un sistema fraudolento strutturato, con una base operativa individuata a Casal di Principe. Qui, un falso fisioterapista gestiva un centro per trattamenti fittizi, utilizzato per creare documentazioni fasulle necessarie a ottenere risarcimenti. Questo centro, insieme ad altri tre centri diagnostici tra Caserta e Napoli, è stato sequestrato dai NAS. Le apparecchiature mediche trovate in uno di questi sono state donate all’ospedale San Giuseppe Moscati di Aversa, un segnale tangibile di riscatto per il territorio.
Tra i professionisti coinvolti ci sono diversi medici in servizio presso ospedali pubblici del Casertano. Tre di loro, arrestati, lavoravano negli ospedali di Marcianise e Maddaloni, che risultano anche tra le parti lese. Le accuse sono gravi: si parla di 1.700 certificati medici falsi emessi negli ultimi cinque anni, con compensi che variavano tra i 200 e i 1.000 euro per ogni documento. Durante le perquisizioni, sono stati sequestrati 660.000 euro dai conti bancari degli indagati, oltre a 60.000 euro in contanti trovati nell’abitazione di uno di loro.
Come funziona il sistema: incidenti falsi e medici complici
Le vittime apparenti di questi incidenti erano spesso persone indigenti, alle quali venivano promessi compensi modesti, generalmente intorno ai 50 euro, per accettare di farsi intestare certificati medici fasulli.
Chi non presentava alcuna lesione pregressa veniva dirottato verso gli ospedali dove operavano medici compiacenti, mentre coloro che avevano una storia clinica di infortuni venivano indirizzati altrove, sempre con documentazione falsificata. Questo sistema, che includeva anche avvocati pronti a gestire le pratiche legali, ha sfruttato le vulnerabilità del settore sanitario e assicurativo per anni.
L’operazione rappresenta una stretta decisa contro un fenomeno che grava pesantemente sulle compagnie assicurative, e di conseguenza sugli automobilisti, attraverso l’aumento dei premi. La decisione di applicare misure cautelari dimostra un cambio di passo nell’affrontare il problema, anche grazie alla Legge Nordio, che ha guidato le valutazioni del giudice per le indagini preliminari. Tra i 23 destinatari delle misure cautelari, 17 sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alle truffe, un capo d’accusa che sottolinea la gravità delle azioni compiute.
Questa operazione non si limita a colpire i singoli responsabili, ma lancia un messaggio chiaro: le truffe assicurative non saranno più tollerate. Il sequestro di strutture e apparecchiature utilizzate per perpetrare il crimine è un atto simbolico ma concreto, che restituisce al territorio risorse utili per fini medici reali. Inoltre, la scoperta e la rimozione di un sistema così ben radicato offrono una speranza di giustizia per le istituzioni sanitarie coinvolte come parti lese, un passo verso il recupero della fiducia nelle strutture pubbliche.
La lotta contro le truffe alle assicurazioni è tutt’altro che conclusa, ma questa operazione segna un punto di svolta. Le misure adottate dimostrano che il sistema giudiziario e le forze dell’ordine stanno adottando strumenti più efficaci per arginare un fenomeno che danneggia non solo le compagnie assicurative, ma anche i cittadini onesti. L’auspicio è che queste azioni fungano da deterrente per chiunque pensi di poter approfittare delle falle del sistema, restituendo al settore assicurativo e sanitario quella trasparenza che da troppo tempo è venuta meno.