La tradizione napoletana prevedeva dei piatti di pasta natalizi che ora sono un po’ dimenticati. Riscopriamoli insieme
Quando si parla di cucina napoletana durante il periodo natalizio, è facile pensare ai grandi classici: capitone, struffoli, roccocò e così via. Ma c’è un altro universo gastronomico, meno conosciuto, che merita di essere esplorato: quello dei piatti di pasta tradizionali natalizi che col tempo sono finiti nel dimenticatoio.
Eppure, queste ricette raccontano storie di famiglia, antiche usanze e l’ingegno di una cucina capace di trasformare ingredienti semplici in capolavori.
Questi piatti sono più di semplici ricette: sono pezzi di storia che raccontano l’ingegno e la cultura di una città che ha fatto della cucina un’arte. Riscoprirli significa non solo rendere omaggio alla tradizione, ma anche riscoprire sapori autentici, fatti di ingredienti semplici e tanto cuore. Allora, perché non provare a portarne uno in tavola questo Natale? Magari proprio quello che non avete mai cucinato prima. Oggi ve ne raccontiamo tre che vale davvero la pena riscoprire.
Tra le ricette più emblematiche della cucina povera napoletana c’è quella dei vermicelli con le noci, un piatto che si preparava tradizionalmente la sera della Vigilia. Niente carne, ovviamente, come imponeva la regola, ma tanto sapore grazie a una salsa a base di noci tritate, aglio, olio e prezzemolo. A volte si aggiungevano anche mandorle o nocciole, per dare un tocco più ricco.
Il risultato era un piatto equilibrato, con la dolcezza delle noci che contrastava piacevolmente con il sapore deciso dell’aglio e l’aroma fresco del prezzemolo. Oggi questa ricetta è sempre più rara da trovare sulle tavole natalizie, eppure resta un’idea perfetta per chi vuole rispettare la tradizione senza rinunciare alla leggerezza.
Il capitone, simbolo per eccellenza della Vigilia a Napoli, è quasi sempre servito fritto o marinato. Ma un tempo era anche l’ingrediente principale di un delizioso sugo per gli spaghetti. Il capitone veniva cucinato in umido con pomodoro, aglio, olio e un pizzico di peperoncino, e questo intingolo ricco di sapore diventava il condimento ideale per un piatto di pasta semplice ma straordinario.
È una preparazione che oggi è caduta in disuso, forse perché richiede un po’ più di impegno rispetto alle versioni più comuni del capitone. Tuttavia, il risultato vale lo sforzo: il sapore intenso e marinaro del sugo rende gli spaghetti un’esperienza indimenticabile, perfetta per chi ama i piatti che sanno davvero di mare.
Quando si parla di lasagna napoletana, il pensiero va subito al Carnevale, con la sua versione ricca di polpettine, ricotta, provola e ragù. Ma c’è una variante meno conosciuta, tipica del Natale, che era molto più semplice e “leggera” (per quanto possa esserlo una lasagna). Questa versione prevedeva strati di pasta all’uovo intervallati da un sugo di pomodoro semplice, qualche polpettina e una spolverata di formaggio grattugiato.
Poteva esserci anche un po’ di ricotta, ma senza esagerare. Era un piatto perfetto per il pranzo del 25 dicembre, quando le famiglie si riunivano per condividere qualcosa di buono senza appesantirsi troppo. Rispetto alla sua variante carnevalesca, la lasagna natalizia è quasi scomparsa, ma riproporla oggi potrebbe essere un bel modo per riscoprire la tradizione.
Il baccalà è una presenza fissa sulle tavole natalizie, ma non tutti sanno che in passato veniva utilizzato anche per condire la pasta. I maccheroni con baccalà e mollica erano un piatto tipico della Vigilia: il baccalà, dopo essere stato lessato e sminuzzato, veniva saltato in padella con aglio, olio e prezzemolo, e il tutto era completato da una generosa spolverata di mollica di pane tostata, spesso insaporita con acciughe.
Questo piatto era un esempio perfetto di cucina povera ma creativa, capace di esaltare il sapore del pesce con pochi ingredienti semplici. Oggi è quasi dimenticato, ma il suo mix di consistenze e aromi lo rende una scelta ideale per chi vuole portare in tavola qualcosa di diverso ma autentico.
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