La chiusura improvvisa del Cinema Metropolitan a Napoli lascia una città senza un punto di riferimento culturale. Cosa sta succedendo dietro questa decisione?
Una mattina qualunque, una pagina bianca. Non è il solito errore di connessione, ma una realtà che suona come un colpo al cuore per tanti napoletani. Il sito web del Cinema Metropolitan di via Chiaia, storico cinema della città, non mostra più nulla. Solo un vuoto che riflette la chiusura improvvisa del 15 gennaio.
Una decisione che ha sorpreso molti, ma che arriva dopo una lunga serie di problemi che nemmeno un amore decennale per il cinema è riuscito a fermare.
Immaginate di camminare lungo via Chiaia, nel cuore di Napoli, e vedere quella saracinesca abbassata, un segno tangibile che qualcosa si è spezzato. Il Metropolitan non è stato solo un cinema: era un luogo che ospitava storie, eventi speciali, film d’autore e incontri che rendevano la città un po’ più ricca di cultura.
Le ragioni di questa chiusura sono tutt’altro che semplici. La lunga battaglia legale tra i gestori, le famiglie Caccavale e Grispello, e la proprietà degli spazi, Intesa Sanpaolo, ha condotto il cinema alla fine del suo cammino. Nonostante gli oltre un milione di euro investiti dai gestori per mantenere vivo il cinema e la loro chiara intenzione di preservare il valore culturale del luogo, la situazione sembra essersi inasprita irreparabilmente.
In molti si chiedono cosa sia andato storto. Forse non è bastato il desiderio di offrire qualcosa di diverso, più che un ritorno economico: l’obiettivo era davvero quello di lasciare un’eredità culturale alla città. Eppure, la realtà è che i lavoratori sono stati licenziati, e la speranza di un intervento da parte delle istituzioni si è tradotta in promesse vuote. Nessuna risposta concreta, almeno per ora.
Le reazioni della politica: Borrelli e Manfredi si attivano
Il mondo della politica, tra cui il deputato Francesco Borrelli e il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, ha avviato discussioni su un possibile intervento, ma nulla sembra muoversi in modo decisivo.
C’è chi chiede una revisione del contratto d’affitto con Intesa Sanpaolo, che non ha rinnovato il contratto con i gestori, e c’è chi solleva dubbi sull’opacità della gestione della proprietà, facendo riferimento a possibili irregolarità nei passaggi di proprietà degli anni ’50. Un puzzle di documenti difficili da ricostruire, che sembra mantenere il destino del cinema sospeso.
Nel frattempo, ci si interroga sul futuro di quello spazio. Manfredi ha sottolineato che ogni destinazione d’uso dei locali dovrà rispettare le normative urbanistiche e le intenzioni della città. Ma la proprietà privata di Intesa Sanpaolo non lascia molto margine di manovra. La speranza resta, ma in molti cominciano a chiedersi se ci sia ancora spazio per una soluzione che salvi la cultura e il lavoro, oltre alla memoria di un cinema che ha segnato una generazione.
Uno degli aspetti più critici della vicenda è sicuramente la poca chiarezza con cui la banca ha gestito la situazione. Borrelli, che ha portato la questione anche in Parlamento, ha chiesto risposte su come sono stati assegnati i locali e se il nuovo destinatario del cinema garantirà il rispetto della destinazione culturale che aveva fino a ieri.
Nel 2023, il Ministero della Cultura aveva imposto il vincolo culturale sui locali, ma ora sembra che questo rischio venga messo in discussione dalla gestione della proprietà. Si tratta di un nodo che potrebbe influire pesantemente sul destino di un intero quartiere.
Napoli perde un altro punto di riferimento, ma è possibile che la battaglia per salvare il Metropolitan non sia ancora finita. Cosa succederà davvero in futuro? L’idea di avere un cinema come centro culturale, capace di attirare artisti, appassionati e spettatori da ogni angolo della città, è ancora possibile? E, soprattutto, come si può salvare qualcosa che, di fatto, appartiene alla memoria collettiva di Napoli?
Forse, la domanda più grande che rimane è: chi si prenderà la responsabilità di non far scomparire un pezzo di storia culturale che appartiene a tutti? Solo il tempo dirà se un piccolo miracolo sarà ancora possibile per il Metropolitan, oppure se dovremo fare i conti con un altro grande vuoto nella città.