Mario Eutizia, un 48enne napoletano, è stato scarcerato dopo aver confessato l’omicidio di quattro anziani a cui prestava assistenza.
La decisione è stata presa il 20 febbraio 2025, quando il giudice per le indagini preliminari di Latina ha accolto l’istanza di revoca della misura cautelare presentata dal suo legale, l’avvocato Antonio Daniele.
La scarcerazione è avvenuta a seguito di una perizia disposta dalla Procura di Latina, che ha stabilito che il sovradosaggio di farmaci somministrato a una delle presunte vittime non è stato la causa del decesso.
Il 22 agosto 2024, Eutizia si è presentato spontaneamente ai carabinieri di Caserta, dichiarando di aver causato la morte di quattro anziani tra il 2014 e il 2024. Secondo le sue dichiarazioni, avrebbe somministrato dosi elevate di sedativi e antidolorifici con l’intento di alleviare le sofferenze dei pazienti, senza l’intenzione di provocarne la morte. Le presunte vittime includevano due anziani a Latina nel 2014, uno a Casoria nel dicembre 2023 e uno a Vibonati nel marzo 2024.
Dopo la confessione, Eutizia è stato sottoposto a fermo e trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Durante l’interrogatorio, ha espresso il desiderio di essere fermato, affermando: “La coscienza mi è venuta a far visita, non voglio più uccidere”. Ha inoltre dichiarato di non riuscire a sopportare la sofferenza degli anziani di cui si prendeva cura, motivo per cui avrebbe somministrato dosi maggiori di farmaci.
Le autorità hanno avviato un’indagine approfondita per verificare la veridicità delle dichiarazioni di Eutizia. Tuttavia, tre delle quattro presunte vittime erano state cremate, rendendo impossibile effettuare esami autoptici su di esse. L’unico corpo disponibile per l’analisi era quello di un anziano deceduto a Vibonati. La perizia medico-legale, disposta dalla Procura di Latina, ha concluso che il sovradosaggio di farmaci non è stato la causa della morte di quest’ultimo.
Sulla base di questi risultati, la difesa ha presentato un’istanza di revoca della misura cautelare, sostenendo l’assenza di prove concrete che collegassero Eutizia alle morti degli anziani. Il giudice per le indagini preliminari ha accolto l’istanza, disponendo la scarcerazione dell’ex badante.
La vicenda di Mario Eutizia solleva interrogativi sulla gestione delle confessioni spontanee e sull’importanza delle prove scientifiche nelle indagini penali. Nonostante la confessione dettagliata, l’assenza di riscontri oggettivi ha portato alla scarcerazione dell’uomo. Questo caso evidenzia la necessità di un approccio equilibrato che consideri sia le dichiarazioni degli indagati sia le evidenze raccolte durante le indagini.
Inoltre, la situazione mette in luce le sfide legate all’assistenza agli anziani e al ruolo dei badanti. La gestione del dolore e della sofferenza negli anziani richiede competenze specifiche e un supporto adeguato sia per i pazienti sia per chi se ne prende cura. È fondamentale garantire formazione e supporto psicologico ai caregiver per prevenire situazioni di stress che possano portare a decisioni estreme.
In conclusione, la scarcerazione di Mario Eutizia rappresenta un caso complesso che intreccia aspetti legali, etici e sociali. La vicenda sottolinea l’importanza di indagini accurate e della presenza di prove concrete prima di adottare misure restrittive nei confronti di un individuo. Allo stesso tempo, evidenzia la necessità di un sistema di supporto efficace per coloro che operano nel settore dell’assistenza agli anziani, al fine di garantire il benessere sia dei pazienti sia dei caregiver.
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