Bradisismo a Napoli nei Campi Flegrei: ecco qual è il numero degli sfollati e dove dove alloggiati
Napoli sta vivendo un momento delicato a causa degli eventi sismici legati al bradisismo, un fenomeno che continua a scuotere la città e a mettere alla prova la comunità. Attualmente, sono 262 le persone sgomberate dalle proprie abitazioni, per un totale di 123 nuclei familiari.
Un’emergenza che ha richiesto interventi rapidi e misure straordinarie, non solo per garantire la sicurezza delle persone, ma anche per offrire loro un’accoglienza adeguata. La città, purtroppo, sta vivendo uno scenario difficile, ma la macchina dei soccorsi è in pieno movimento.
Secondo gli ultimi aggiornamenti, ben 60 persone sono attualmente ospitate in strutture alberghiere, una soluzione temporanea che consente loro di avere un posto sicuro dove stare. A questi si aggiungono 173 cittadini che hanno trovato una sistemazione autonoma, una scelta che, purtroppo, non è alla portata di tutti.
Per le restanti persone, sono stati predisposti diversi centri di accoglienza, tra cui l’hub di via Acate a Bagnoli, dove si trovano 13 alloggiati, e la struttura “San Francesco d’Assisi” a Marechiaro, che ospita altre 16 persone. Nonostante la situazione sia complessa, le autorità locali non stanno lasciando nulla al caso. La Regione Campania, infatti, ha messo in atto una nuova tendostruttura in via Terracina, un’area che sarà destinata all’accoglienza.
Questo padiglione di 180 metri quadri potrà ospitare fino a 50 lettini e garantirà, oltre a un ambiente riscaldato, un punto di prima accoglienza sanitaria grazie alla presenza di ambulatori mobili e di un’ambulanza pronta a intervenire in caso di emergenze. Un’ulteriore dimostrazione dell’impegno delle istituzioni nel gestire questa situazione e nell’assicurare che nessuno venga lasciato indietro.
Per supportare la popolazione, la Protezione Civile regionale è scesa in campo con 30 unità della SMA Campania, per garantire assistenza e monitoraggio continuo. La Protezione Civile, inoltre, ha messo in programma una serie di incontri psico-educativi per aiutare la cittadinanza a gestire lo stress e le preoccupazioni derivanti dall’incertezza del bradisismo.
Già da giovedì, presso l’area di attesa nell’ex base Nato, si è svolto il primo incontro, destinato ad ascoltare le emozioni e paure dei cittadini, imparando insieme come affrontare momenti così difficili. Questi incontri, che continueranno anche nelle prossime settimane, si concentrano anche sulla gestione dell’ansia, un aspetto cruciale in situazioni di emergenza come quella attuale.
Un supporto psicologico che diventa fondamentale, soprattutto per le persone fragili, anziani e bambini, che rischiano di subire maggiori ripercussioni emotive. L’idea è quella di fornire un luogo sicuro dove le persone possano esprimere le loro paure e, allo stesso tempo, ricevere strumenti per affrontare le difficoltà.
In aggiunta a queste iniziative, il Comune di Napoli e la Protezione Civile hanno messo in campo una rete di volontari esperti che sono disponibili nei fine settimana, dalle 10.00 alle 12.30, per offrire informazioni sul bradisismo e sugli effetti che questo fenomeno può avere sulla città.
Gli infopoint sono un’opportunità per i cittadini di ricevere consigli pratici su come comportarsi in caso di emergenza, oltre a informazioni sulle pianificazioni di protezione civile per affrontare i rischi legati al bradisismo e ai fenomeni vulcanici. Inoltre, in collaborazione con Save the Children, sono stati organizzati laboratori informativi per i bambini, con l’obiettivo di educarli a riconoscere i segnali del rischio sismico e bradisismico e imparare i comportamenti corretti in caso di emergenza.
In un momento così delicato, l’unione della comunità e l’informazione sono strumenti essenziali per affrontare e superare questa difficoltà. La solidarietà tra i cittadini, l’impegno delle istituzioni e la professionalità dei volontari stanno facendo la differenza in un periodo che, sebbene difficile, sta anche mostrando la forza della collettività.
Quanti altri eventi come questi devono accadere per diventare davvero consapevoli del rischio che corriamo? Non si tratta solo di affrontare l’emergenza, ma di prepararsi a un futuro più sicuro e più consapevole. Solo lavorando insieme potremo sperare di garantire una città più forte e resiliente.
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