Elezioni Campania, la sfida per le Regionali è aperta: i nomi in ballo e le richieste di Vincenzo De Luca
Una porta laterale, toni pacati, ma idee chiare. A Palazzo Santa Lucia, sede della Regione Campania, il clima si fa sempre più teso. Nonostante la Consulta abbia detto no al terzo mandato, Vincenzo De Luca non ha nessuna intenzione di uscire di scena in silenzio.
Anzi, il governatore uscente vuole continuare a influenzare, eccome, il futuro politico della regione. Niente candidatura personale, ma un veto pesante su chi dovrà raccogliere la sua eredità. E lo ha detto chiaramente: “Niente nomi calati dall’alto, ci serve un uomo del fare”.
Il messaggio è arrivato forte e chiaro a tutta la sua maggioranza, convocata a Napoli per un vertice blindato. Presenti gli esponenti del Partito Democratico, di Italia Viva, della lista Campania Libera e persino Valeria Ciarambino, oggi nel Gruppo Misto.
Non si è parlato solo di nomi, ma anche di programmi, dei 21 punti che De Luca ha rilanciato sui social subito dopo la sentenza della Consulta. Il mantra è uno solo: “Andiamo avanti, evitiamo la palude”. E no, non sarà Roma a decidere il candidato del centrosinistra.
La tensione tra Napoli e Roma è tutt’altro che sotterranea. Il rischio, secondo De Luca, è che si torni a spartizioni di potere lontane dai bisogni del territorio. Ecco perché insiste sul concetto di “continuità”, sulla necessità di dare seguito al lavoro iniziato negli ultimi dieci anni.
Una visione chiara, insomma: serve qualcuno che abbia già dimostrato di saper amministrare, non un volto nuovo imposto dai vertici nazionali. Proprio per questo, l’ipotesi Roberto Fico – ex presidente della Camera e volto gradito a una parte di Pd e M5s – non entusiasma il presidente uscente.
Troppo “romano”, troppo esterno alla macchina regionale, secondo chi conosce bene il pensiero dello “sceriffo” di Salerno. E allora? Si guarda con interesse a Gaetano Manfredi, attuale sindaco di Napoli, che rappresenta un equilibrio possibile tra governo locale e coalizione nazionale. Ma anche qui i giochi sono delicati, e molto dipenderà dai prossimi giorni.
Lunedì si preannuncia un giorno chiave: in città sono attesi Igor Taruffi e Davide Baruffi, emissari della segreteria Pd e architetti del famoso “campo largo”. Lo stesso campo che, nelle intenzioni, dovrebbe tenere insieme progressisti, moderati, e magari anche Italia Viva. Una missione complicata, specie se De Luca continuerà a reclamare voce in capitolo. In settimana, intanto, potrebbe farsi vedere anche Matteo Renzi, segno che le trattative si allargano sempre di più.
La Campania, oggi, è un laboratorio politico aperto. Tra fedelissimi, correnti, e strategie romane, tutto è ancora in bilico. Ma una cosa è certa: anche senza candidatura, De Luca è ancora lì, al centro del gioco. E se qualcuno pensava di archiviarlo in fretta, potrebbe essersi sbagliato di grosso.
Alla fine, resta una domanda che aleggia tra i corridoi del potere napoletano: si può davvero scrivere il futuro della Regione Campania senza De Luca?
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