Chi ama il calcio lo sa: ci sono partite che non si raccontano solo con il risultato. Si sentono, si vivono, restano addosso. Napoli–Empoli è stata una di quelle.
Non tanto per la suspense — il 3-0 finale dice tutto — ma per il modo in cui il Napoli è sceso in campo. Non una squadra che rincorre, ma una squadra che crede. Crede davvero che lo Scudetto sia ancora lì, a portata di mano.

E lo ha dimostrato con una prova concreta, intensa, dove i protagonisti hanno brillato per fame, precisione e lucidità. Scott McTominay, che forse qualcuno considerava solo un buon mediano da Premier, ha zittito tutti con una doppietta piena di sostanza: prima un missile da fuori, poi un colpo di testa chirurgico. In mezzo, il gol del 2-0 firmato da Romelu Lukaku, che oltre a segnare ha messo lo zampino in tutti i momenti chiave. È quel tipo di partita in cui ti accorgi che le cose funzionano quando i giocatori giusti si trovano nei posti giusti al momento giusto.
E non serve essere analisti per notare che Antonio Conte ha fatto un lavoro notevole. Anche senza uomini fondamentali come Di Lorenzo, Buongiorno e Anguissa, ha tirato fuori il meglio dai suoi. E lo ha fatto puntando tutto su mentalità e organizzazione. Dopo il match ha detto chiaramente: “Nel secondo tempo ho chiesto di giocare come se fossimo sullo 0-0”. Questo tipo di approccio non si improvvisa, si costruisce. E il Napoli lo ha assorbito.
Napoli-Empoli, cosa è accaduto dopo la gara
Ora, uno sguardo alla classifica è inevitabile. Gli azzurri restano a tre punti dall’Inter, capolista a quota 74. Il Napoli segue con 71, incollato, con sei partite ancora da giocare. Il bello è che, sulla carta, il calendario sorride proprio alla squadra di Conte: ci sono sfide contro Monza, Lecce, Torino, Genoa, Parma e Cagliari. Nessuna è scontata, certo. Ma se c’è un momento per crederci, è questo. Basta un inciampo dei nerazzurri e tutto si riapre.

Il pubblico del Maradona, poi, ha fatto la sua parte. Non solo cori e bandiere, ma quell’energia che trasforma ogni azione in qualcosa di più grande. Un coinvolgimento che si sente anche da casa, tra un’esultanza e un replay. La gente lo percepisce: questa squadra sta entrando in una fase in cui può davvero scrivere un’altra pagina pesante della sua storia recente.
E allora viene spontaneo chiederselo: e se fosse davvero possibile? Se il Napoli, dopo mesi vissuti sull’onda di alti e bassi, avesse trovato il momento giusto per esplodere? Perché a volte, nel calcio come nella vita, la differenza la fa chi non smette mai di crederci. E questi ragazzi, oggi più che mai, sembrano avere quella scintilla.