A Benevento, il clima cittadino ha improvvisamente cambiato tono. Non si tratta di un evento locale o di una decisione legata alla politica comunale in senso stretto, ma di una scelta che affonda le radici nel rispetto e nella simbologia.
Una decisione che ha fatto notizia anche oltre i confini campani: il sindaco Clemente Mastella ha deciso di intervenire direttamente sulla vita culturale e sociale della città in segno di lutto per Papa Francesco, colpito dalla recente scomparsa della sorella del suo segretario personale.
Può sembrare un gesto insolito, soprattutto per chi non è abituato a vedere l’amministrazione comunale reagire con questo tipo di sensibilità a lutti legati alla Santa Sede.
Eppure, chi conosce Mastella, la sua lunga storia politica e i suoi rapporti con il mondo cattolico, non si stupisce più di tanto. “In segno di vicinanza al Papa, chiudiamo i teatri e spegniamo la musica nei locali esterni”, ha dichiarato in un’ordinanza che è subito rimbalzata tra le testate locali e nazionali.
La scelta ha avuto un impatto immediato. Eventi culturali previsti nei giorni scorsi sono stati annullati o rinviati, e molti esercenti hanno abbassato il volume degli impianti musicali, lasciando spazio a una dimensione più raccolta. L’ordinanza si applicava in particolare alla sera di venerdì 19 aprile, data dei funerali della sorella di monsignor Georg Gänswein, figura centrale nell’entourage del Papa e già segretario di Benedetto XVI.
Per alcuni si è trattato di un gesto di rispetto profondo, un modo per esprimere partecipazione autentica al dolore di chi oggi guida spiritualmente milioni di fedeli nel mondo. Per altri, invece, la decisione ha suscitato qualche dubbio: è davvero questo il ruolo di un’amministrazione comunale? È giusto chiedere a una città intera di modificare le proprie abitudini in nome di un lutto che, per quanto sentito, non ha un legame diretto con la comunità locale?
Ma forse la domanda più interessante da porsi è un’altra: quanto conta oggi, per una città di provincia, mantenere un legame simbolico e culturale con il Vaticano? E quanto conta l’esempio, anche quando non segue una logica amministrativa rigida? Il caso di Benevento ci ricorda che la politica locale può ancora essere un terreno dove il rispetto e il valore dei gesti contano.
Papa Francesco, figura amatissima anche al di là dei confini religiosi, continua a essere percepito come un punto di riferimento morale. Le reazioni al suo dolore personale, anche da parte di amministrazioni civili, lo confermano. E la scelta di Mastella, che può sembrare fuori dal comune, forse lo è proprio perché parla una lingua diversa: quella dell’empatia pubblica, che non si limita al silenzio formale, ma si traduce in azione.
Che ci si trovi d’accordo o meno, è innegabile che Benevento abbia fatto parlare di sé. E magari, nel mezzo di una notizia che passa in fretta, c’è spazio per fermarsi un attimo e riflettere su cosa significhi davvero, oggi, condividere il dolore altrui. Serve silenzio? Serve un gesto concreto? O forse serve soltanto un po’ più di ascolto reciproco?
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