Un blitz della guardia costiera ha interrotto le incursioni di due pescatori di frodo all’interno dell’Area marina protetta della Gaiola, dove la pesca del polpo è vietata.
Pescatori di frodo nell’Area marina protetta del Parco sommerso di Gaiola a Napoli: la guardia costiera nelle scorse ore ha effettuato un blitz a bordo di motovedette bloccando due persone specializzate nella pesca dei polpi.

Stando a quanto comunicato dal Parco, i due pescatori erano monitorati tramite il sistema di videosorveglianza. Proprio a causa delle loro continue incursioni all’interno dell’Area marina protetta. Un duplice danno per il Parco, in quanto, oltre alla mattanza continua di polpi, i pescatori stavano danneggiando un importante progetto di ricerca sulla Posidonia.
Si tratta di un’attività di ricerca scientifica e habitat restoration portata avanti in collaborazione con la Stazione zoologica Anton Dohrn. Negli ultimi mesi infatti le polpare illegali avevano danneggiato le biostuoie che i ricercatori stanno collocando sui fondali del Parco per il progetto di riforestazione di Posidonia oceanica attualmente in corso.
“Mesi e mesi di paziente lavoro che rischiavano di andare in fumo”
Le giovani piantine vengono infatti innestate su particolari biostuoie formate da rete metallica e fibra di cocco che servono per bloccare i germogli sul fondo il tempo necessario a farli radicare. “I ricercatori nelle ultime settimane – hanno fatto sapere dall’Area marina protetta – avevano già trovato due biostuoie sradicate dal fondo dagli ami delle polpare. Mesi e mesi di paziente lavoro per raccogliere i semi, farli germogliare ed andarli a piantumare sui fondali che rischiavano di andare in fumo”.
Un vero e proprio paradosso. Le attività di tutela e riforestazione dei fondali del Parco servono proprio per garantire la sopravvivenza ed il ripopolamento della costa di Posillipo. E quindi anche per il futuro della piccola pesca artigianale costiera. “Un ringraziamento agli uomini della guardia costiera – si legge in una nota – per l’operazione. Ed in generale un ringraziamento a tutte le forze dell’ordine in mare che supportano il Parco nelle attività di controllo e tutela”.

Bisogna ricordare che nel nostro Paese la pesca del polpo non è consentita nelle Aree marine protette (Amp) come il Parco sommerso della Gaiola. Il mollusco è infatti considerato una specie chiave dell’ecosistema, e la sua pesca può impattare pesantemente sulla biodiversità già stressata. La violazione del divieto può portare sia a conseguenze amministrative, con multe tra i 1000 ed i 3mila euro, sia penali, qualora fosse accertato il danneggiamento degli habitat protetti.
Al di fuori delle Amp la pesca è consentita, ma solo nel rispetto di norme nazionali e regionali, sia a livello sportivo sia professionale. In generale non sono consentiti palamiti, palpare trainate con ami multipli che danneggiano i fondali, bombole ad aria compressa per la cattura.





