Ctp: oltre 332 milioni in 17 anni tra ricapitalizzazioni, perdite strutturali, bilanci mancanti. E un fallimento che ha lasciato un danno erariale stimato in più di 23 milioni di euro.
C’è anche il nome dell’ex sindaco di Napoli Luigi de Magistris nella lista di otto persone, tra amministratori, dirigenti e revisori dei conti pro tempore della Città metropolitana. Tutti sono stati raggiunti da un invito a dedurre per danno erariale complessivo pari a oltre 23 milioni di euro.

L’indagine riguarda interventi finanziari disposti nel tempo in favore della società partecipata Ctp spa, operante nel settore del trasporto pubblico locale. L’operazione è stata condotta dalla guardia di finanza del comando provinciale di Napoli su delega della Procura regionale per la Campania della Corte dei conti. L’indagine ha ricostruito gli apporti di capitale effettuati tra il 2003 e il 2020, per un totale di oltre 332 milioni di euro.
I fondi erano destinati a sostenere una società integralmente pubblica che versava da anni in grave difficoltà. Sulla base della documentazione acquisita, le ricapitalizzazioni sarebbero state deliberate in un contesto caratterizzato da perdite pluriennali, poi culminate nel fallimento della società nel 2022. Diversi gli elementi critici che erano già stati segnalati dagli organi controllo interni ed esterni rispetto alla Ctp.
L’ex primo cittadino: “Sarebbe stato più facile e meno rischioso dichiarare il dissesto”
“Siamo al procedimento numero 110 dai quali sono costretto a difendermi sin dal 1995, quando ho assunto le funzioni di pubblico ministero, ad oggi per avere sempre agito nel rispetto della Costituzione. Per l’interesse pubblico ed il bene comune. – ha commentato de Magistris – Ho sempre operato da sindaco di Napoli e da sindaco metropolitano per salvare le aziende pubbliche. Metterle in sicurezza e farle operare con i conti in regola.
Lo abbiamo fatto per il Comune di Napoli. Sarebbe stato più facile e meno rischioso dichiarare il dissesto dell’Ente quando mi sono insediato nel 2011, quando lo trovai senza un euro in cassa. Per non parlare delle aziende partecipate, tutte in gravissima situazione finanziaria ai limiti del fallimento. Le abbiamo messo in sicurezza e rese solide, salvando migliaia di posti lavoro ed evitando che migliaia di famiglie andassero sul lastrico”.

I piani industriali adottati, frequentemente oggetto di aggiornamenti e modifiche, non avrebbero prodotto gli effetti auspicati, anche in ragione del progressivo peggioramento del quadro economico generale. Parallelamente, il servizio di trasporto pubblico avrebbe registrato livelli di efficienza inferiori agli standard programmati, con chilometri percorsi talvolta anche sensibilmente inferiori a quelli contrattualmente previsti.
Ulteriori approfondimenti hanno riguardato alcune ricapitalizzazioni deliberate in assenza dei bilanci approvati. Circostanza questa che avrebbe comportato l’adozione di decisioni finanziarie di notevole impatto senza un quadro informativo completo e aggiornato. L’analisi si è concentrata sulle ricapitalizzazioni del 2017 (12.506.656 euro) e del 2019 (11.041.504 euro). Rispetto ad esse si ipotizza una violazione della disciplina sul cosiddetto “soccorso finanziario”. Quest’ultimo consente agli Enti pubblici di sostenere le società partecipate soltanto in presenza di concrete e documentate prospettive di riequilibrio economico-finanziario.
“La nuova amministrazione e la Regione Campania hanno deciso di privatizzare il servizio”
“Senza quelle azioni coraggiose e giuridicamente fondate non avremmo, tanto per fare due esempi, risolto l’emergenza rifiuti e acquistato i nuovi treni della metropolitana. – ha continuato l’ex primo cittadino di Napoli – Abbiamo avuto coraggio e agito secondo coscienza e Costituzione. Mi sono dovuto anche in quei casi difendere e ci è stata riconosciuta la totale correttezza giuridica del nostro operato. Anche in città metropolitana abbiamo operato con le stesse modalità e messo in sicurezza tutte le aziende partecipate.
Con Ctp siamo arrivati ad un passo dal salvataggio. Poi è finito il mio mandato. La nuova amministrazione e la Regione Campania hanno deciso di privatizzare il servizio. E di non completare l’opera di messa in sicurezza che avevamo quasi finito. Ci viene contestato in fase di indagini contabili di aver provato a salvare un’azienda pubblica che, secondo gli accertamenti sin qui svolti dalla Procura regionale della Corte dei conti, non poteva essere salvata.

Contesto con fermezza, e faremo sicuramente valere le nostre ragioni, di aver agito avendo tutti atti, proposte dirigenziali e pareri amministrativi, tecnici e contabili che andavano nella direzione. Direzione voluta dall’intero consiglio metropolitano, che deliberò in tal senso, della messa in sicurezza di Ctp”.
Gli inviti a dedurre sono stati notificati ai soggetti che, nel periodo oggetto di esame, avevano competenze decisionali e di controllo sulle operazioni finanziarie. I provvedimenti prevedono un termine di 45 giorni per la presentazione di memorie difensive, l’allegazione di documenti, la richiesta di accesso agli atti. E l’eventuale istanza di audizione personale.





