Maxi operazione contro i Licciardi, pizzo anche ai truffatori informatici. Versati alla cosca 16mila euro per abitare in un alloggio popolare

Una rete di telefoni clandestini nelle celle di Secondigliano permetteva ai vertici dei Licciardi di dirigere estorsioni, traffici di droga e ordini operativi verso l’esterno.

C’è anche la scoperta di detenuti muniti di cellulari coi quali impartivano ordini all’esterno e ricevevano comunicazioni dietro la maxi operazione che questa mattina i carabinieri del comando provinciale di Napoli.

Blitz contro i Licciardi a Napoli
Maxi operazione contro i Licciardi, pizzo anche ai truffatori informatici. Versati alla cosca 16mila euro per abitare in un alloggio popolare (CARABINIERI FOTO) – NapoliCityrumors.it

Il blitz, coordinato dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) partenopea, ha messo nel mirino il clan camorristico dei Licciardi. I militari hanno eseguito una misura cautelare emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta dell’Antimafia. Sono stati colpiti 21 indagati: per 19 è stato previsto il carcere, ma 5 vi erano già ristretti. Altre due persone sono finite ai domiciliari.

Gli indagati sono indagati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsioni, ricettazione, evasione e accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti. Tutti i reati sono aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose. I carabinieri li hanno raggiunti alle prime luci dell’alba.

L’Alleanza camorristica, un modello quasi aziendale

La cosca dei Licciardi fa storicamente parte, sin dagli anni Ottanta e Novanta, dell’Alleanza di Secondigliano. Parliamo della potente confederazione criminale che, oltre ai Licciardi, riunisce le famiglie Contini e Mallardo. La loro area di influenza si estende nei quartieri di Secondigliano, Scampia, Miano ed in generale nei Comuni al nord del capoluogo partenopeo.

Com’è noto, l’Alleanza camorristica ha costruito negli anni un modello quasi aziendale fatto di narcotraffici, investimenti, estorsioni, infiltrazioni, controllo dei rioni. E rapporti con consorterie criminali nazionali ed internazionali. Recenti informative delle forze dell’ordine e dell’Antimafia, hanno sempre parlato del clan Licciardi per la sua capacità di rigenerarsi nonostante sia stato ripetutamente colpito da arresti e sequestri.

Blitz dei carabinieri contro i Licciardi a Napoli
L’Alleanza camorristica, un modello quasi aziendale (CARABINIERI FOTO) – NapoliCityrumors.it

Pochi mesi fa un’altra maxi indagine denominata Alleanza 2.0 ha scoperto che i tre cartelli hanno portato avanti un traffico di droga da Spagna, Olanda e Colombia, con un ruolo di primo piano dei Licciardi negli arrivi di cocaina via container. Lo scorso anno, invece, a Miano e Secondigliano, le autorità smantellarono un giro di estorsioni ai commercianti fatto di pizzo mensile, obbligo di fornitura di prodotti gratis e di posti di lavoro fittizi.

Tra il 2023 ed il 2024 le indagini delle forze dell’ordine si concentrarono sul carcere di Secondigliano. Emerse già allora che diversi esponenti dei Licciardi e dei Contini avevano a disposizione nelle celle cellulari. Lo scopo era comunicare con l’esterno e gestire i traffici di droga da dietro le sbarre.

Clan Licciardi, pizzo anche ai truffatori

Tornando all’operazione scattata stamattina, il blitz è basato su indagini sviluppate dal Nucleo investigativo carabinieri di Napoli tra il 2022 e il 2023. È stata documentata l’operatività del clan Licciardi e dei gruppi criminali associati, facenti parte della potente Alleanza di Secondigliano. Sono emerse estorsioni ai commercianti e truffe informatiche. Nei confronti dei truffatori il clan ha rivendicato parte dei proventi illeciti.

Emblematico poi il caso di un’occupante abusiva di un alloggio popolare, costretta a versare 16mila euro per continuare ad abitare nella casa. È stata acclarata la forza intimidatrice derivante dall’appartenenza al sodalizio, con persone estranee ai circuiti criminali che si sono più volte adoperati a recuperare illecitamente i “crediti”. Sono state eseguite, sempre nel contesto della medesima attività di indagine, altre perquisizioni personali, locali e domiciliari nei riguardi di altri indagati in stato di libertà.

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