La voce degli esperti riuniti a Napoli lancia un allarme globale. A rischio una delle più promettenti rivoluzioni terapeutiche contro 20 tipi di tumore. Ma per Paolo Ascierto l’Italia può ora giocare un ruolo decisivo.
Dal melanoma ai tumori del polmone, della prostata, del pancreas, del seno fino al cancro ai reni, alla vescica e a molti altri ancora. Sono in totale 20 i tipi di tumore contro i quali sono attualmente in corso, nel mondo, oltre 230 studi clinici (GlobalData) che mirano a sviluppare vaccini e terapie basate sull’mRna.

Lo sviluppo delle cure, però, rischia ora una brusca battuta d’arresto a causa dei tagli ai fondi da parte dell’amministrazione statunitense di Donald Trump. Amministrazione che, solo nei primi 3 mesi del 2025 ha ridotto del 31% i finanziamenti del National Cancer Institute. Ed ha annunciato l’interruzione di 22 progetti mirati allo sviluppo di vaccini a mRna per un valore di 500 milioni di dollari. Non nascondendo scetticismo verso tale tecnologia.
L’allarme è di Paolo Ascierto, professore ordinario di Oncologia all’Università Federico II di Napoli, presidente della Fondazione Melanoma Onlus e direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Pascale. Il tema è stato affrontato oggi a Napoli per la XVI edizione del Melanoma Bridge e la XI edizione dell’Immunotherapy Bridge, due eventi internazionali dedicati all’immunoterapia.
Ascierto: “Addestrare il sistema immunitario a riconoscere e distruggere le cellule cancerose”
“L’interesse scientifico per i vaccini a mRna in oncologia è in forte crescita. – ha dichiarato Ascierto – Questi vaccini non sono pensati per prevenire il cancro nel senso tradizionale, ma per addestrare il sistema immunitario a riconoscere e distruggere le cellule cancerose. Funzionano come terapie complementari o adiuvanti dopo l’intervento chirurgico, riducendo drasticamente il rischio di recidiva”.
È, in dirittura d’arrivo il vaccino a mRna per il melanoma di Moderna e Merck. Sono alte le aspettative anche per uno studio di fase III condotto da Msd e Moderna contro il cancro al polmone. Anche in questo caso il vaccino a mRna viene somministrato insieme al pembrolizumab. È invece in fase II il trial del vaccino a mRna Bnt-122 della BioNTech per la prevenzione delle recidive del cancro al pancreas.

“L’equivalenza dell’efficacia terapeutica nelle modalità di somministrazione sottocute è ampiamente dimostrata. E non solo in oncologia. – ha spiegato Ascierto – Parliamo di una piccola iniezione che dura solo pochi minuti al mese, ma con tutta la sicurezza della gestione ospedaliera e monitorata del trattamento. Questo segnerà un netto miglioramento della qualità di vita del paziente oncologico”.
Sono promettenti anche i primi risultati relativi al primo vaccino “fisso”. Un vaccino più semplice ed economico da produrre rispetto a quelli personalizzati. Che mira a colpire un set di quattro antigeni presenti nella maggior parte dei melanomi. “I tagli ai finanziamenti negli Stati Uniti minacciano di rallentare quella che è stata definita una delle vie terapeutiche più promettenti del secolo. – ha concluso Ascierto – In questo contesto potrebbe aprirsi una finestra di opportunità strategica per l’Europa. E in particolare per l’Italia”.





