Una partita giovanile vinta sul campo si trasforma in una sconfitta culturale fuori dal rettangolo di gioco: insulti sessisti, molestie online e slogan volgari.
“Tornate a fare le ballerine” e “Vogliamo i reggiseni”. E poi insulti irripetibili. Tutto pubblicato sui social media, come se nulla fosse, al termine di una partita tra il Don Guanella e la Napoli Women.

A fronteggiarsi sul campo erano stati i ragazzi dell’under 14 del Don Guanella, società che ha per presidente un simbolo dell’anticamorra come don Aniello Manganiello, e le giovani dell’under 17 della Napoli Women, la cui squadra maggiore milita in serie A. Il match è finito 4 a 2 per i maschi, ma la vergogna è giunta al termine della partita. Negli spogliatoi alcuni dei giovani tesserati si sono vantati della vittoria ottenuta sul campo pubblicando una serie di insulti di chiara matrice sessista.
Hashtag del tipo #tornateafareleballerine e #vogliamoireggiseni, ed altri ancora più volgari, hanno scatenato immediatamente l’indignazione della società femminile e la presa di distanza dello stesso don Manganiello. Ed hanno attirato l’attenzione anche del deputato di Avs Francesco Borrelli.
“Questo non è sfottò. Non è competizione. Non è calcio. È una ferita”
“Le nostre ragazze minorenni, atlete, figlie, studentesse – hanno commentato dalla Napoli Women – sono state oggetto di insulti sessisti e omofobi che nulla hanno a che fare con lo sport”.
Frasi volgari, allusioni esplicite, commenti sul corpo femminile e versi che imitavano atti sessuali. “Parole pesanti, violente, che non dovrebbero mai essere pronunciate da un adulto, figuriamoci da ragazzi così giovani. Alcune delle nostre atlete – ha denunciato la società sportiva – sono state persino contattate privatamente, bersaglio di nuove molestie e mancanze di rispetto. Questo non è sfottò. Non è competizione. Non è calcio. È una ferita“.

Don Manganiello ha immediatamente scritto una lettera di condanna alla Figc, la Federazione italiana giuoco calcio. “Sono profondamente arrabbiato e deluso – ha spiegato – per quello che è successo, non so se più arrabbiato o deluso. Ora questa vicenda, triste e vergognosa, getta una cattiva luce su quanto di buono abbiamo fatto in questi anni. Forse abbiamo fatto poco, dobbiamo fare di più e anch’io sono pronto a pagare la mia parte“.
Don Manganiello aveva individuato proprio nel calcio uno degli strumenti per il recupero dei ragazzi della periferia nord di Napoli con l’obiettivo di scrollarsi di dosso il marchio di Gomorra. “Una vicenda triste e vergognosa – ha continuato il parroco – di cui si sono macchiati alcuni miei tesserati, due o tre di loro. Ci saranno provvedimenti seri e ci impegneremo per inserire corsi di sensibilizzazione al rispetto delle donne e di contrasto alla volgarità“.





