Un totale di 144 medici arriveranno in Campania nel corso del prossimo anno, specializzati nel prelievo dei tessuti corneali. Di questi, 96 sono attesi già entro giugno 2026, per rispondere al forte aumento dei trapianti, che nel 2025 sono saliti al 101%: da 77 del 2024 a 155.
Sono questi i risultati del percorso portato avanti dal Centro Regionale Trapianti (CRT) della Campania, che ha l’obiettivo di riorganizzare l’intera rete e formare nuovi medici. L’obiettivo è garantire che ogni azienda ospedaliera della regione abbia a disposizione almeno 6 prelevati di cornea, opportunamente formati e abilitati, che siano in feudo di gestire in autonomia il percorso di donazione ogni volta che se ne presenta l’opportunità.

In questo modo il prelievo non sarà prerogativa unica della disponibilità della Banca Occhi, attualmente diretta da Luigi Capasso e situata all’Asl Napoli 1 Centro, ma sarà aperto a tutte le strutture sanitarie pubbliche. Il progetto intende “costruire una rete capillare, che non lasci scoperte aree della regione e non disperda nessuna potenziale donazione”, come ha spiegato il suo coordinatore Pierino Di Silverio.
“È uno dei tasselli della riorganizzazione che stiamo portando avanti: più coordinamento tra ospedali, più formazione, più cultura della donazione, per trasformare le buone pratiche in sistema e non in eccezione”.
Come funziona il Centro Regionale Trapianti
Il percorso formativo del Centro Regionale Trapianti della Campania è stato realizzato in stretta collaborazione con la Uoc Formazione, Ricerca e Cooperazione Internazionale dell’aron Caldarelli, diretta da Maurizio Cappiello, che si occupa della struttura dei corsi, contenuti inclusi, e della certificazione delle competenze.
L’aumento dei prelievi di cornea che si è registrato nel 2025, a detta del team di esperti è un indicatore concreto di cambiamento. Ogni donatore può restituire la vista fino a due persone che soffrono di gravi patologie corneali, come le cheratopie cicatriziali, esiti di infezioni, degenerazioni o traumi oculari.

Per molte di queste persone l’unico modo per tornare a vedere è proprio il trapianto della cornea. Ma la formazione medica, da sola, non basta: “La tecnologia, le competenze e l’organizzazione servono a poco se manca il gesto decisivo: la scelta di donare”. Da qui l’appello ai cittadini di Pierino Di Silverio.
“La riorganizzazione della rete trapiantologica va di pari passo con il lavoro culturale sul territorio, nelle scuole, negli ospedali e nelle comunità. Ogni cornea donata è uno sguardo che torna a vedere, una vita che riprende luce”. I percorsi formativi coinvolgono un numero sempre maggiore di medici specializzati, con moduli dedicati sia agli aspetti tecnici del prelievo, sia alla comunicazione con le famiglie e alla gestione del consenso informato.





