Strage di Natale del Rapido 904, dopo oltre quarant’anni indagato un boss della camorra

Su un treno Napoli-Milano, il 23 dicembre 1984, esplose un ordigno mentre transitava in Appennino, nella galleria tra Vernio e San Benedetto val di Sambro. Morirono 16 persone, 267 i feriti. Le cronache ricordano l’episodio come la strage del Rapido 904.

A più di quarant’anni da quell’episodio la Procura della Repubblica di Firenze ha iscritto nel registro degli indagati il boss della camorra Raffaele Stolder, 67 anni, in passato a capo di un clan omonimo vicino al clan Giuliano di Forcella. Non è la prima volta che la presenza di elementi della criminalità organizzata, anche della camorra, insieme a pezzi deviati dei Servizi segreti ed estremisti di destra, viene ipotizzata tra i responsabili dell’attentato.

Strage del Rapido 904
Strage di Natale del Rapido 904, dopo oltre quarant’anni indagato un boss della camorra (ANSA FOTO) – Notizie.com

Nel 2012 il pentito Maurizio Ferraiuolo, nipote di Stolder, raccontò ai magistrati di aver saputo che lo zio intorno al 2007 avrebbe ricevuto la proposta di un patto da parte dei Servizi di tenere sotto controllo il territorio “di sua competenza” senza spargimenti di sangue.

L’ex procuratore di Firenze Filippo Spiezia alla vigilia del Natale 2024 disse che nell’inchiesta sulla strage di Natale del Rapido 904 erano confluiti atti dei Servizi “declassificati” dall’Archivio storico centrale dello Stato a Roma e anche altri atti giudiziari da altre sedi giudiziarie.

“Dopo 41 anni chiediamo ancora verità e giustizia”

Per la strage del Rapido 904 ci sono condanne passate in giudicato per Pippo Calò, il cassiere della mafia, e il tedesco Federico Schaudinn, trafficante ed esperto di armi ed esplosivi. Nel corso del tempo per la stessa strage fu processato Totò Riina come mandante. Fu assolto in primo grado, poi la sua morte fece estinguere il processo d’appello dove la Corte aveva deciso di far riaprire l’istruttoria.

L’associazione dei familiari delle vittime spera in sviluppi importanti: “Dopo 41 anni chiediamo ancora verità e giustizia”. “La verità prima o poi si imporrà, come sempre si impone alla fine nella storia“, ha sottolineato il prefetto di Napoli Michele Di Bari. Commemorazioni anche sull’Appennino tosco-emiliano. A Vernio Loretta Pappagallo, superstita, parla di “nuovo spiraglio, ci sono concomitanze con la strage di via D’Amelio, sembra che l’esplosivo potrebbe essere lo stesso di quello del Rapido 904”.

Strage del Treno Rapido 904
“Dopo 41 anni chiediamo ancora verità e giustizia” (ANSA FOTO) – Notizie.com

Lo scoppio ci fu nella galleria della Direttissima, tra le stazioni di Vernio, in Toscana, e di San Benedetto Val di Sambro, paesi dove due giorni fa ci sono state cerimonie di ricordo. La strage del Rapido 904 viene considerata dagli specialisti come un fatto-cerniera, uno degli ultimi colpi di coda degli eventi che funestarono l’Italia sotto il nome strategia della tensione e come attentato precursore delle mafie stragiste dei primi ’90.

Il presidente Sergio Mattarella nella commemorazione del 2024 per i 40 anni non ebbe esitazione a marcarla come “attacco eversivo“. Già a suo tempo il procuratore Pier Luigi Vigna aveva individuato come zona d’ombra l’ipotesi della camorra nella strage, in relazione a collegamenti col clan di Giuseppe Misso, boss del rione Sanità di Napoli.

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