La Tangenziale di Napoli, lunga circa venti chilometri, attraversa tutta l’area urbana del capoluogo campano. Collega Pozzuoli a Capodichino, con numerosi svincoli cittadini, tra cui Fuorigrotta, Capodimonte e così via.
La Tangenziale è classificata come infrastruttura autostradale, dunque dal punto di vista giuridico non è una semplice strada urbana. Non è quindi gestita dal Comune di Napoli o dallo Stato centrale, ma è affidata in concessione ad una società privata, Tangenziale di Napoli spa. Arriviamo così al nodo cruciale della questione: il concessionario ammoderna, manutiene e gestisce la Tangenziale in cambio di un pedaggio.
Quest’ultimo serve a coprire gli investimenti, la sicurezza, l’illuminazione e la manutenzione ordinaria e straordinarie. Ma bisogna sottolineare che la Tangenziale di Napoli è una delle poche arterie autostradali urbane a pagamento in Europa a causa di un assetto concessionario storico. Nelle ultime ore si sta dibattendo molto sul fatto che il pedaggio della Tangenziale di Napoli potrebbe aumentare a partire dal 1 gennaio 2026.
Il motivo è che le tariffe delle autostrade italiane sono legate al meccanismo dell’inflazione. Ogni anno viene calcolato l’aumento del costo della vita, l’inflazione appunto, e i concessionari prevedono automaticamente l’adeguamento dei pedaggi. Per il 2026 l’adeguamento stimato è di circa l’1,5% in aumento. Per la Tangenziale di Napoli ciò significa che il pedaggio potrebbe aumentare di 2 centesimi, arrivando a 1,05 euro contro gli 1,03 attuali.
Il condizionale è d’obbligo poiché, nonostante i meccanismi in atto, e a poche ore dal 1 gennaio 2026, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti potrebbe intervenire con un decreto.
Il provvedimento servirebbe a congelare o limitare gli aumenti e a rinegoziare temporaneamente le tariffe. Stando ad una sentenza della Corte costituzionale, però, se il governo non interviene in tempo, gli adeguamenti scattano e diventano tecnicamente inevitabili.
Lo scenario, insomma, è tracciato, anche se manca l’ufficialità. La Tangenziale di Napoli rappresenta un caso particolare poiché è un asse viario indispensabile per la mobilità cittadina, e i cittadini non hanno reali alternative gratuite. Gli aumenti colpirebbero residenti, lavoratori e pendolari, ovvero su tutti coloro che utilizzano la Tangenziale ogni giorno.
“La Tangenziale di Napoli è l’unico asse viario autostradale in Europa interno a una città che è a pagamento. – ha dichiarato il deputato di Avs Francesco Emilio Borrelli – La Corte costituzionale aveva chiesto al ministero competente di intervenire in tempo se avesse voluto evitare questi aumenti. Ovviamente il Ministro Matteo Salvini se n’è fregato. Il risultato è l’ennesimo balzello per gli italiani e in particolare il sud e i napoletani“.
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