Quando sono possibili le dimissioni per giusta causa secondo la normativa in vigore. Come presentarle nella modalità corretta.
Le dimissioni per giusta causa si determinano in circostanze particolari e con effetti molto importanti per lavoratore e datore di lavoro. Si tratta di una situazione non così rara come ci si può attendere, ma per essere applicabili sono necessarie delle condizioni particolari, che non sempre avvengono.
Quindi in linea generale prima di scegliere di dimettersi dal lavoro per giusta causa, la cosa più opportuna è ricercare il parere di un professionista legale o sindacale che possa inquadrare al meglio la situazione e fornire tutte i chiarimenti del caso. I criteri per le dimissioni per giusta causa sono indicati dalla normativa e dal contratto collettivo nazionale e nel caso in cui il datore di lavoro ritenga che non sussistano i presupposti per la presentazione, può impugnare l’atto e richiederle l’annullamento.
In genere queste dimissioni avvengono per una evidente e grave inadempienza del contratto. Anche un ambiente di lavoro non più sostenibile può determinare le condizioni per questo istituto. Un elemento caratterizzante è che non richiedono un preavviso, a differenza di altre tipologie di dimissioni volontarie, e consentono di percepire l’indennità di disoccupazione (Naspi).
L’assenza di obbligo di preavviso e mantenere il diritto alla Naspi sono degli elementi molto importanti e vanno sottolineati. Inoltre in un caso simile, il datore di lavoro deve farsi carico dell’indennità di mancato preavviso, retribuendo il lavoratore con lo stipendio che avrebbe ricevuto se il periodo di preavviso fosse stato sfruttato.
Dal punto di vista contrattuale e da quelle condizioni di lavoro le inadempienze necessarie per parlare di dimissioni per giusta causa sono diverse: stipendio non pagato o ripetuti ritardi nei pagamenti; violazioni dei diritti del lavoratore; discriminazioni, violenze, molestie sul luogo di lavoro; cambiamenti unilaterali del contratto senza il consenso del dipendente; mobbing.
Esempio classico è il mancato pagamento dello stipendio, per il quale occorre che i mesi di ritardo siano almeno due per potersi dimettere, dopo un sollecito di pagamento. Anche il contratto collettivo di lavoro può prevedere che il lavoratore possa dimettersi in un caso del genere, ma si deve sempre indicare il motivo nella comunicazione di dimissioni.
A proposito della comunicazione va ricordato che le dimissioni per giusta causa si devono presentare seguendo le procedure previste dalla legge, usando quindi il servizio ClicLavoro sul sito del Ministero del Lavoro. Nella compilazione del form, va indicato la scelta “dimissione per giusta causa”, specificando i motivi che hanno determinate.
Da una semplice routine è diventata l'operazione della giornata con gli agenti che sono rimasti…
I partenopei si riprendono la vetta andando a vincere contro i giallorossi al termine di…
Blitz improvviso delle forze dell'ordine per effettuare un semplice controllo e quello che è successo…
Una vicenda assolutamente particolare e che è destinata a far discutere per diverso tempo. Nessuno…
Una scena da film con una povera donna che è stata rapita e violentata, ma…
L'altoatesino è sempre più al centro dell'attenzione. E questa volta è stato decisivo l'intervento dei…