Molte persone non hanno compreso alcune modifiche che riguardano le pensioni contributive. Vediamo tutte le novità.
Le novità introdotte dal Governo sul fronte delle pensioni sono talmente tante che comprenderle tutte può non essere facile. Vediamo cosa è cambiato, in particolare, per le pensioni contributive.
Anche se al momento non è stato possibile attuare una riforma delle pensioni completa e strutturale, con la legge di Bilancio 2024, l’Esecutivo di Giorgia Meloni ha introdotto comunque tantissime novità sul fronte della previdenza sociale. Novità che riguardano sia i requisiti d’accesso alle tre misure di pensione anticipata- Quota 103, Ape sociale e Opzione donna- sia i requisiti per andare in pensione attraverso le misure di pensione contributiva. Molti di questi cambiamenti non sono stati ben compresi da molti che rischiano, dunque, di vedersi rifiutare la domanda di pensionamento dall’Inps senza comprendere il motivo.
Importanti novità sul fronte previdenziale non solo per quel che riguarda le misure di prepensionamento, ma anche per quanto riguarda la pensione contributiva. Vediamo come sono cambiati i requisiti.
Parliamo di pensione contributiva in quanto questa misura si rivolge unicamente a chi ha iniziato a versare i contributi dal 1996 in avanti: cioè da quando il sistema di calcolo contributivo ha preso il posto del sistema di calcolo retributivo. Questi lavori- detti anche “contributivi puri”- possono accedere alla pensione con solo 20 anni di contributi ma a 64 anni anziché a 67 come vorrebbe la legge Fornero.
Fino al 2023 per poter andare in pensione a 64 anni con 20 anni di contributi una persona doveva aver maturato un assegno pensionistico pari o superiore a 2,8 volte l’importo dell’Assegno sociale. Da quest’anno non è più così: le soglie minime non solo sono cambiate ma sono state anche diversificate. Dunque nel 2024 per poter andare in pensione a 64 anni con 20 anni di contributi è necessario aver maturato una pensione:
Ricordiamo che l’importo dell’Assegno sociale è passato da 503,27 euro a 534 euro al mese. Ma non è tutto. Perché il Governo di Giorgia Meloni ha cambiato anche i requisiti per poter accedere alla pensione di vecchiaia ordinaria per i contributivi puri. Fino al 2023, chi ha iniziato a versare i contributi dal 1996 in poi, poteva accedere alla pensione di vecchiaia ordinaria a 67 anni e con 20 anni di contributi ma solo se aveva maturato un assegno previdenziale pari almeno a 1,5 volte l’importo dell’Assegno sociale. Da quest’anno quest’ultimo requisito è stato modificato. Nel 2024 i lavoratori contributivi puri possono andare in pensione a 67 anni e con 20 anni di contributi anche se hanno raggiunto una pensione pari solo all’importo stesso dell’Assegno sociale.
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