È possibile usufruire del bonus casa per ben due volte, arrivando ad un massimo di spesa di 96mila euro. Ecco come si deve fare.
Chiamato anche bonus ristrutturazioni, il bonus casa permette di ottenere una detrazione del 50%, con un tetto massimo di spesa di 96mila euro, per alcune tipologie di lavori nel condominio o nella propria abitazione. La detrazione va suddivisa in dieci quote annuali di pari importo e la si può richiedere sia sulle parti comuni del palazzo, sia sulla singola unità abitativa.
Un dettaglio che in pochi conoscono, però, è quello del doppio utilizzo del bonus: l’Agenzia delle Entrate, infatti, pochi giorni fa ha risposto a un dubbio di un cittadino ed ha ammesso che tutto ciò è possibile. L’utente ha infatti detto che nel 2022 ha eseguito dei lavori di ristrutturazione, terminati nel 2023, per i quali ha speso 96mila euro ripartiti tra i due anni.
Nel 2023, poi, ha eseguito altri interventi di manutenzione straordinaria, andando a spendere 12mila euro: “Posso usufruire della detrazione del 50% anche per questi interventi, trattandosi di lavoro autonomo rispetto alla Cila con la quale ho raggiunto 96mila euro in due anni?“, ha quindi chiesto. Ecco la risposta.
L’Inps non ha dubbi e, di fronte alla domanda dell’utente, risponde con un sì: di fatto, si può usufruire della detrazione del bonus casa per ben due volte. Bisogna però considerare il tipo di intervento: se il secondo lavoro, per il quale si vuole chiedere di nuovo il bonus casa, è considerabile come una prosecuzione del primo, allora per determinare il limite massimo di spesa si deve tener conto delle cifre già spese durante il primo intervento.
Fanno però eccezione gli interventi autonomi, quindi quelli che non consistono nella prosecuzione di lavori già realizzati o iniziati precedentemente. Questi nuovi interventi devono poi essere autonomamente certificati nella documentazione edilizia, ad esempio con la denuncia di inizio attività, oppure va fatta un’autocertificazione.
Rientrano nel bonus casa gli interventi di ristrutturazione edilizia, restauro e risanamento conservativo e quelli di manutenzione straordinaria; per gli edifici residenziali rientra anche la manutenzione ordinaria. Sono poi validi, ai fini della detrazione, anche i lavori destinati a ripristinare un immobile rovinato da una calamità, a patto che vi sia uno stato di emergenza.
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