Campi Flegrei, ecco il piano in caso di eruzione: decisive le prime ore

Come verrebbe gestita l’emergenza in caso di eruzione del vulcano? Dove andrebbero a finire le persone coinvolte? Ecco il piano studiato dalla Protezione Civile

Cosa potrebbe accadere in caso di eruzione del vulcano dei Campi Flegrei? In quanto tempo le autorità sarebbero in grado di mettere in salvo la popolazione? E dove verrebbero destinati i napoletano costretti a lasciare le loro abitazioni? Domande che molti si stanno ponendo nelle ultime settimane, alla luce delle cosse telluriche che si sono verificate e che hanno fatto risuonare un campanello d’allarme.

Il piamo di evacuazione studiato per i Campi Flegrei – Napoli.Cityrumors.it

Nelle scorse settimane i sindaci di Napoli, Bacoli e Pozzuoli sono stati ricevuti nella capitale per stilare un piano e provare a chiedere un aiuto concreto del Governo. Oggi emergono nuovi scenari, riguardanti un piano di fuga messo a punto dalla Protezione Civile e che potrebbe garantire una maggiore sicurezza a tutte le persone coinvolte. Il piano è stato stilato per la prima volta nel 2016 ma, secondo quanto si apprende, è stato oggetto di recenti modifiche.

Il piano di fuga, così come è stato studiato, permetterebbe di mettere in salvo più di mezzo milione di persone, nel giro di settantadue ore. E’ stato realizzato negli scorsi anni, modificato alla luce delle ultime novità e messo al vaglio delle Regioni coinvolte. Tutto questo, così come è stato specificato non c’entra con il bradisismo che da mesi tiene in scacco la popolazione tra Napoli e Pozzuoli e che ha portato la popolazione campana a fare i conti con una lunga serie di scosse di terremoti ravvicinati.

L’ipotesi che attiverebbe il piano d’emergenza nazionale è quella di un’eruzione del vulcano dei Campi Flegrei, situato nell’area metropolitana di Napoli. Questo scenario, al momento, non è considerato probabile dagli esperti vulcanologici, in quanto il vulcano è classificato al livello di allerta giallo, indicando una situazione di normalità. Tuttavia, qualora si raggiungesse il livello di allerta rosso, ciò implicherebbe l’avvio di una vasta operazione di evacuazione, da attuare entro 72 ore, attraverso l’impiego di tutti i mezzi di trasporto disponibili, come autobus, navi e treni.

La protezione Civile ha studiato un piano di evacuazione – Napoli.Cityrumors.it

Dove verrebbero accolti gli sfollati?

In particolare, i circa 76.000 cittadini di Pozzuoli verrebbero accolti in Lombardia, mentre i 25.000 abitanti di Bacoli troverebbero rifugio tra le regioni Umbria e Marche. Gli oltre 11.000 residenti di Monte di Procida, invece, sarebbero evacuati verso le regioni Abruzzo e Molise. Questa pianificazione dettagliata mira a garantire la massima sicurezza della popolazione locale, predisponendo un sistema di soccorso e accoglienza in grado di far fronte a un’eventuale emergenza vulcanica di proporzioni significative.

Alcuni verrebbero invece dirottati nel Lazio. Si tratta dei residenti del quartiere napoletano di Fuorigrotta. Sono destinati invece alla Sicilia, i napoletani che vivono nel quartiere Chiaia-San Ferdinando. Ma tutte le regioni italiane sarebbero coinvolte nell’accoglienza, sia pure in misura differente. Il piano -è stato specificato – sarà testato a ottobre, con la grande esercitazione sul rischio vulcanico predisposta dalla Protezione Civile. Ogni area del territorio interessato è abbinata a una regione italiana, ciascuna delle quali è chiamata a redigere un proprio piano per individuare punti di prima accoglienza, alloggi, assistenza sanitaria e servizi. La spesa prevista è pari a 65 euro a persona, oltre 5 milioni di euro al giorno, 150 milioni in un mese. “All’esercitazione del 2019 – ricorda il primo cittadino di Bacoli, Josi Della Ragione – non parteciparono in molti. Mi auguro che ad ottobre siano molti di più”.

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