L’omicidio Vassallo ha tenuto banco per diverso tempo. Ora nelle ultime ore una svolta con l’arresto di quattro persone. Presenti anche dei carabinieri.
Era il 5 settembre 2010 quando l’Italia veniva sconvolta dall’omicidio di Angelo Vassallo, ai tempi sindaco di Pollica-Acciaroli, in provincia di Salerno. Nove colpi di pistola sparati mentre stava rientrando a casa. Una morte sul colpo e tanti punti di domanda che in questi 14 anni non hanno mai trovato una risposta.
Almeno fino allo scorso marzo quando la Commissione Antimafia ha deciso di desecretare alcuni atti dell’omicidio Vassallo. Un passaggio che è stato fondamentale per chiarire cosa stava succedendo realmente in quel piccolo comune cilentano e il perché della morte del sindaco pescatore. Oggi, giovedì 7 novembre, la svolta decisiva con l’arresto di quattro persone. Fermi che portano alla luce un giro di corruzione e di depistaggio per nascondere la verità. Ora, però, tutto è venuto fuori e la famiglia dell’ex primo cittadino di Pollica e Acciaroli può avere finalmente giustizia.
Angelo Vassallo era un sindaco molto apprezzato sia per il suo rapporto con i cittadini, ma soprattutto per la sua onesta. E proprio questa gli è stata fatale. Secondo le prime informazioni riportate dal Corriere della Sera, la vittima aveva scoperto un giro di spaccio nel comune cilentano così da mettere pressione alle forze di polizia e alle istituzioni per mettere fine ad un qualcosa che diventava sempre più ampio.
Una pressione che è stata fatale. In questo giro di spaccio erano coinvolti alcuni personaggi importanti della cittadina cilentana e così si ordinò di uccidere il sindaco. Un agguato avvenuto ormai più di 14 anni fa nei pressi della sua casa. Nove colpi di pistola e una morte che sconvolse l’intera Campania. Le indagini sono andate avanti per diverso tempo senza arrivare, però, ad una soluzione. In molti si sono chiesti il motivo ed ora finalmente siamo arrivati al perché: è andato in scena un vero e proprio depistaggio per non portare a galla la verità. Ma lo scorso marzo la svolta con gli atti desecretati ed oggi i primi arresti.
Al momento sono quattro le persone finite in manette. Il nome più altisonante è sicuramente quello di Fabio Cagnazzo, colonnello dei carabinieri, in passato in servizio a Salerno. Con lui è finito in manette anche l’ex militare Lazzaro Cioffi, condannato per droga. Entrambi avrebbero avuto un ruolo nel depistare le indagini una volta iniziate.
Ma la Procura ha autorizzato anche l’arresto di Romolo Ridosso, ritenuto legato ad un clan omonimo molto attivo nella zona di Scafati e di Giuseppe Cipriano, titolare di una sala cinematografica sempre nella città nominata in precedenza.
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