Gli italiani vogliono tornare in caserma. Il sondaggio che divide il Paese fa pendere l’ago della bilancia verso coloro che sono favorevoli. Come sarà la nuova leva annunciata dal Ministero della Difesa.
Leva volontaria, con i venti di guerra che continuano a spirare dalla Russia, che persiste nel mantenere un atteggiamento di ipocrisia e di ostilità nonostante dichiari di essere favorevole a raggiungere la pace nel conflitto da essa scatenato in Ucraina, la NATO sta pensando di prendere delle necessarie contromisure. E tra queste reazioni per riuscire a tutelare la propria autonomia ed il proprio territorio contro la belligerante Mosca, figura proprio la leva volontaria.
Su questo argomento si è espresso anche il ministro della Difesa, Guido Crosetto. Il quale ha voluto precisare come anzitutto non ci sarà il ritorno della leva obbligatoria come era accaduto in un lontano passato. Sia l’Italia che diversi altri Stati membri dell’Unione Europea stanno concependo un modo per chiamare dei volontari, per rinforzare il capitale umano su cui fare affidamento in ambito militare in caso di necessità.
Il tema dovrà per forza di cose approdare in Parlamento, e ne va non solo del momento attuale e di questo governo in carica, ma anche dell’avvenire e dei futuri esecutivi, a prescindere dal loro essere di destra o di sinistra. Qual è il parere degli italiani in proposito?
Ebbene, sembra che la maggior parte sia cosciente di quanto sia critico il momento attuale. Gente come Putin, Netanyahu, Orban, Lukashenko, Hassad, Maduro, Kim Jong-un (ma anche Trump, che è fin troppo irruento e decisamente non è un politico, o Erdogan, che da sempre nega il genocidio degli armeni da parte della Turchia) ha condotto il mondo nel baratro.
Servirà la diplomazia, che però non potrà risolvere tutti i problemi. E difatti la UE ha capito come certe situazioni richiedano il dovere poggiare sulla spesa militare. Ci sono da rinforzare i confini orientali dell’Europa, ed occorre fare in modo di limitare i fin troppo frequenti colpi di testa di Trump. Noi italiani siamo consapevoli, per il 59% di un campione di individui adulti intervistati, che un ritorno della leva è necessario.
Leva che però dovrà essere riformata ed adattata alle dinamiche moderni. Tra l’altro non necessariamente la leva dovrà essere armata. Poi sono in tanti tra i soggetti interpellati (circa il 62%) che ritengono che una leva volontaria, chiamiamola così, potrebbe essere di aiuto nel responsabilizzare i più giovani. Stando a quanto dichiarato dal ministro Crosetto, il discorso sarebbe da inserire nella revisione della legge 244/2012.
L’obiettivo sarà creare una forza su cui fare affidamento anche in situazioni non di ambito militare. Visto che ormai la guerra è anche una questione di web, e che sempre dalla Russia – guarda caso – si sono moltiplicati gli attacchi di hacker soprattutto nei confronti dell’Italia, c’è bisogno di specialisti e di esperti di specifici settori da attivare nell’immediato.
Sarebbe allo studio anche un sistema per aumentare la riserva di giovani tra i 18 ed i 26 anni di età da arruolare. Cosa che potrebbe avvenire senza leva obbligatoria. Le persone di questa fascia di età – sia maschi che femmine – sono circa 5,3 milioni, e ce ne vorrebbe un 4% scarso da chiamare per raddoppiare l’attuale numero di 200mila membri delle forze armate in Italia.
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