Tutti i benefici previsti per chi ritorna in Italia: le nuove regole per il rientro dei cervelli

Il governo ha predisposto incentivi ad hoc per far rimpatriare i “talenti in fuga” del Belpaese: ecco tutte le novità.   

Operazione rientro dei cervelli. Con il decreto legislativo sulla fiscalità internazionale, approvato in via definitiva dal Consiglio dei ministri lo scorso il 19 dicembre, arrivano importanti novità per la nutrita comunità degli “expat”. Cioè tutti quei giovani (ormai anche meno giovani) di talento che hanno deciso – spesso loro malgrado – di coltivare la loro carriera professionale all’estero, complici le poche opportunità offerte dal Belpaese. Vediamo nel dettaglio cosa cambia per tutti i “cervelli in fuga”.

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Fuga dei cervelli, un fenomeno importante – napoli.cityrumors.it

Il provvedimento in questione consolida i vantaggi per chi intende rimpatriare dal prossimo gennaio, a partire dalla riduzione della tassazione del 50%, entro un limite di reddito agevolabile pari a 600.000 euro, per i lavoratori con requisiti di elevata qualificazione o specializzazione. Il nuovo regime si applica a tutti coloro che trasferiranno la residenza fiscale in Italia nel corso 2024 (mentre per chi lo farà entro il prossimo 31 dicembre 2023 vale l’attuale regime agevolativo). Ma non è tutto, come spiega Il Sole24Ore.

Tutti i buoni motivi per tornare in Italia

Le nuove regole prevedono che i lavoratori possano beneficiare degli sgravi fiscali di cui sopra per cinque anni, a patto che non siano stati fiscalmente residenti in Italia nei tre periodi d’imposta precedenti il trasferimento (prima erano due), e che si impegnino a mantenere la residenza nel Belpaese per almeno cinque anni.

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Chi torna in Italia con almeno un figlio minore a carico beneficerà di un’agevolazione rafforzata, al 60% invece del 50% previsto per tutti gli altri. (Napoli.cityrumors.it)

In caso di rientro con un trasferimento infragruppo, i lavoratori avranno diritto agli stessi benefici fiscali se il periodo di permanenza all’estero è pari a sei periodi d’imposta, nel caso in cui non siano stati in precedenza impiegati in Italia dal medesimo gruppo, o a sette periodi d’imposta, se prima del trasferimento all’estero sono stati impiegati in Italia dallo stesso datore di lavoro o da un datore appartenente allo stesso gruppo.

Argomento importante per chi ha avuto dei figli all’estero, e torna in madrepatria con almeno un figlio minore a carico. In questi casi, il lavoratore potrebbe beneficiare di un’aumento di agevolazione, che passerebbe al 60% invece del 50% previsto per tutti gli altri. Anche coloro che diventeranno genitori durante il regime potranno avere la stessa agevolazione – e ciò vale anche per chi adotterà un minore.

Unica differenza, rispetto all’attuale in vigore, è che non è prevista la proroga quinquennale se si diventa genitori o si acquista un immobile residenziale; ma coloro che trasferiranno la residenza anagrafica nel 2024 potranno beneficiare comunque delle agevolazioni per tre ulteriori periodi d’imposta se diventano proprietari entro il 31 dicembre 2023 (o comunque nei 12 mesi che precedono il trasferimento) di un’unità immobiliare residenziale adibita ad abitazione principale in Italia.

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